Quando parliamo di Legge 104, facciamo in particolar modo riferimento a quel provvedimento che da molti anni tutela le persone affette da disabilità fisiche e/o mentali e i loro familiari.
In vista del 2026, però, cambierà qualcosa in questo senso, il che non va assolutamente messo in secondo piano. Specialmente per quanto riguarda congedo e per messi, non tutto sarà uguale al 2025.
Considerando l’importanza di questa legge, che aiuta così tante persone a vivere una vita migliore e meno debilitante sotto tutti i punti di vista, abbiamo deciso di approfondire l’utilità di questi cambiamenti nelle prossime righe: scopriamo, allora, cosa cambia effettivamente nel 2026.
Legge 104, cosa cambia nel 2026: i dettagli
Gli strumenti principali di supporto per gli aventi diritto della legge 104 sono il congedo 24 mesi e i tre giorni di permesso mensile. Di fondamentale importanza sono nel 2025, e di fondamentale importanza saranno nel 2026. Ciò che cambia veramente sono alcuni dettagli che meritano di essere considerati.

Viene infatti donata maggiore flessibilità ai caregiver, tant’è vero che sarà possibile sfruttare permessi aggiuntivi per visite e terapie, in modo tale da non impedire a lavoratori e familiari di scegliere fra il lavoro e la cura di una certa persona.
Insomma, nella maggior parte dei casi saranno aggiunti permessi aggiuntivi e terapie, ma cosa cambia fra queste due soluzioni? Premettendo che dipende da caso a caso, sicuramente qualcosa varia. Il congedo può essere richiesto dai seguenti familiari:
- Coniuge o alcuni elementi dell’unione civile convivente;
- Convivente di fatto;
- Genitori;
- Figli conviventi;
- Fratelli o sorelle conviventi;
- Altri parenti.
Oltre al concetto di convivenza e legame stabile, è necessario riconoscere la disabilità grave del familiare che viene assistito. Questo processo può durare fino a un massimo di 24 mesi per ogni singola persona disabile grave.
Il congedo può essere continuativo o frazionato in vari periodi. Si tratta di un momento nel quale il contribuente non lavora, e riceve un’indennità, anche se spesso non è la stessa di una situazione di lavoro normale. Questo particolare periodo non è valido per sviluppare ferie, tredicesima o TFR. Per ottenere il congedo, c’è bisogno di fare domanda all’INPS e al datore di lavoro (serve una documentazione sanitaria aggiornata).
Per quanto riguarda i tre giorni di permesso mensile, sono legati a una disabilità grave e possono essere chiesti da:
- lavoratori disabili gravi;
- genitore di figlio con disabilità grave;
- coniuge;
- Altri familiari.
In poche parole, in questo caso il lavoratore rimane a casa, con la giornata che viene pagata e coperta. Possono anche essere sfruttati per 24 ore, e in alcuni casi frazionati in ore (ma dipende dai contratti). Sono necessari per l’accompagnamento in visite, terapie o assistenza quotidiana.
