Rimborso fiscale 2025, sorpresa amara per molti contribuenti: chi perde 260 euro e perché, le ultime novità che preoccupano.
Siamo nella stagione della dichiarazione dei redditi e molti italiani si preparano a ricevere l’atteso rimborso fiscale. Ma quest’anno, per una fascia di contribuenti, l’attesa potrebbe trasformarsi in delusione. Tutto a causa delle novità introdotte dala Riforma IRPEF 2024 che porteranno, per alcuni, a una riduzione automatica del rimborso fino a 260 euro.
Una cifra che, in tempi di inflazione e caro vita, di certo pesa. E il problema non è solo tecnico ma comunicativo. In pochi hanno davvero compreso gli effetti di queste modifiche al momento della loro entrata in vigore.
Il nodo delle detrazioni: perché il risparmio non è per tutti
Nel dettaglio, la Legge di Bilancio 2024 ha ridisegnato la struttura dell’IRPEF riducendo gli scaglioni da quattro a tre. Un cambiamento che sulla carta doveva tradursi un alleggerimento dell’imposta per tutti coloro con redditi superiori a 15.000 euro.

In effetti, il passaggio da un’aliquota del 25% al 23% per redditi tra i 15.000 e i 28.000 euro ha permesso un risparmio fiscale, com un beneficio massimo teorico di di 260 euro per i redditi pari o superiori ai 28.000 euro. Ma per rendere sostenibile questa misura a livello di finanza pubblica, il legislatore ha introdotto una clausola limitativa: una franchigia di 260 euro sulle detrazioni per chi ha guadagnato più di 50.000 euro nel 2024.
La modalità di compensazione
In pratica lo sconto IRPEF ricevuto durante l’anno viene compensato con un taglio sulle detrazioni da applicare nel 730. Quindi chi nel 2024 ha avuto un reddito superiore a 50.000 euro e ha goduto del taglio IRPEF in busta paga scoprirà nel 2025 di aver diritto a un rimborso fiscale ridotto. In alcuni casi, la perdita sarà esattamente pari al risparmio ottenuto con il taglio IRPEF, annullando quindi ogni beneficio.
Nello specifico, tutte le detrazioni al 19% (escluse le spese mediche) saranno riconosciute solo dopo che sarà applicata una franchigia di 260 euro. È come se si dovesse restituire parte del beneficio ricevuto in anticipo. Questo provvedimento colpisce principalmente i contribuenti del ceto medio-alto che si trovano penalizzati in modo poco trasparente da un sistema che ha promesso risparmi ma in realtà ha solo spostato il peso fiscale.
Il problema, però, non è solo tecnico ma anche di chiarezza e comunicazione. In molti infatti, non erano a conoscenza di queste compensazioni e solo ora si rendono conto delle conseguenze.