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Dopo la doccia non chiudere mai la porta del bagno: è un errore grave che ti costa carissimo

Un semplice gesto che, tuttavia, può cambiare il tuo bagno e la tua casa. Ecco le strategie consigliate dagli esperti

by Claudio Rossi
28 Dicembre 2025
in Economia
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Vapore acqueo in bagno

Apri la porta dopo aver fatto la doccia - (dailybest.it)

Nel contesto domestico, spesso trascuriamo un gesto apparentemente banale: chiudere subito la porta del bagno dopo aver fatto la doccia. Tuttavia, questa abitudine può creare condizioni ideali per la formazione di muffa e compromettere la salubrità dell’ambiente.

L’umidità bagno generata dal vapore acqueo durante la doccia, se non gestita correttamente, rimane intrappolata, favorendo la proliferazione di microrganismi nocivi e danneggiando materiali e superfici. Alla luce delle più recenti indicazioni su come mantenere un bagno sano, è fondamentale comprendere perché non si dovrebbe mai chiudere il bagno subito dopo la doccia.

L’importanza della ventilazione dopo la doccia

Durante una doccia calda, l’aria si satura rapidamente di vapore acqueo, trasformando il bagno in una sorta di “serra” umida. Questo vapore non scompare immediatamente una volta chiuso il rubinetto: si condensa sulle superfici più fredde, come piastrelle, soffitti, fughe, silicone, vetri e specchi. Se la porta del bagno viene chiusa subito, l’umidità rimane intrappolata e rallenta il processo di evaporazione. Lasciare la porta aperta e favorire il ricambio d’aria è dunque essenziale per evitare che la condensa si trasformi in muffa.

La muffa, infatti, si sviluppa in ambienti con tre condizioni fondamentali: alta umidità, scarsa ventilazione e superfici porose o microfessure dove le spore possono attecchire. Gli ambienti piccoli o senza finestre, come molti bagni moderni, sono particolarmente vulnerabili, e la mancata ventilazione dopo la doccia crea un terreno fertile per la sua proliferazione. La muffa non solo rovina l’estetica del bagno con macchie nere o verdastre e odori stantii, ma può anche causare danni strutturali a pitture, intonaci e sigillature, oltre a rappresentare un rischio per la salute respiratoria degli abitanti.

Per mantenere un bagno asciutto e prevenire la formazione di muffa, è fondamentale adottare alcune semplici ma efficaci abitudini post-doccia:

  • Arieggiare correttamente l’ambiente: se il bagno dispone di una finestra, aprirla per almeno 5-20 minuti dopo la doccia consente un ricambio d’aria efficace. Nei bagni ciechi, invece, è preferibile lasciare la porta aperta per favorire la circolazione verso ambienti più ventilati.
  • Utilizzare una ventola di estrazione: se presente, la ventola deve rimanere accesa per almeno 20 minuti dopo la doccia. I moderni sistemi dotati di sensori di umidità o timer automatizzati sono particolarmente indicati per ottimizzare questo processo.
  • Asciugare rapidamente le superfici: con l’ausilio di un tergivetro o un panno, è utile rimuovere l’acqua residua da vetri, piastrelle e angoli del box doccia, lasciando infine aperta la porta o la tenda del box per favorire la circolazione d’aria.

Inoltre, è consigliabile evitare di lasciare asciugamani bagnati all’interno del bagno e preferire tappetini quick-dry o traspiranti. Ridurre la durata delle docce e la temperatura dell’acqua può contribuire a limitare la quantità di vapore generato, diminuendo così l’umidità complessiva.

Vapore acqueo, muffa
Il vapore acqueo in bagno può creare la muffa – (dailybest.it)

L’umidità in eccesso è responsabile non solo della proliferazione della muffa, ma anche del degrado materiale e del peggioramento della qualità dell’aria indoor. Le muffe, organismi fungini pluricellulari, rilasciano spore allergeniche e tossine che possono causare irritazioni, allergie e problemi respiratori, soprattutto in soggetti sensibili come bambini, anziani o persone con patologie immunitarie.

Dal punto di vista strutturale, l’umidità favorisce il deterioramento di legno, cartongesso, pitture e colle, con conseguenti costi di manutenzione elevati e possibili danni irreversibili. Il problema si intensifica in presenza di un isolamento termico inadeguato, che provoca condensa sulle superfici fredde e amplifica il rischio di muffa dietro mobili e in angoli nascosti.

Per questo motivo, oltre a migliorare la ventilazione, è opportuno intervenire sull’isolamento termico degli ambienti e, se necessario, utilizzare deumidificatori per mantenere l’umidità relativa tra il 30% e il 50%, livelli considerati ottimali per la prevenzione della muffa.

Claudio Rossi

Claudio Rossi

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