Nel contesto fiscale italiano, la questione dell’IMU (Imposta Municipale Unica) sugli immobili ha guadagnato un’importanza crescente, grazie a recenti chiarimenti forniti dalla Corte di Cassazione. È stato ribadito il diritto alla riduzione del 50% dell’IMU per gli immobili che non possono essere utilizzati dai proprietari per ragioni di inagibilità o inabitabilità.
Ma quali sono le specifiche condizioni che consentono di ottenere questo sconto? E come si può procedere per avvalersi di questa agevolazione? Questo articolo esplorerà in dettaglio la normativa vigente, le procedure e le recenti pronunce giurisprudenziali.
Lo sconto del 50% sull’IMU
Per comprendere a fondo il tema, è essenziale definire cosa si intenda per immobili inagibili. Un immobile è considerato inagibile quando presenta condizioni tali da renderlo pericoloso per la salute e la sicurezza dei suoi occupanti. Questa inagibilità può derivare da gravi deterioramenti strutturali, come solai o tetti pericolanti, o da danni che non possono essere riparati attraverso normali interventi di manutenzione. In alcuni casi, il Comune può emettere ordinanze di demolizione o ripristino per prevenire danni a terzi.

L’articolo 1, comma 747, lettera b, della Legge 160 del 2019 stabilisce chiaramente che gli immobili dichiarati inagibili o inabitabili possono beneficiare di uno sconto del 50% sull’IMU. Questo sconto è applicabile solo per il periodo dell’anno in cui persiste la condizione di inagibilità. Per avvalersi di questa riduzione, il proprietario ha due opzioni: può richiedere una perizia da parte dell’ufficio tecnico comunale oppure presentare un’autocertificazione attestante la condizione di inagibilità del fabbricato.
La Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti riguardo alla procedura da seguire. In particolare, le ordinanze n. 1263 del 21 gennaio 2021 e n. 19665 dell’11 luglio 2023 hanno sottolineato che il principio di collaborazione tra il contribuente e l’ente impositore è fondamentale. Se il Comune è già a conoscenza dell’inagibilità dell’immobile, il contribuente non è obbligato a presentare una richiesta formale per ottenere la riduzione dell’IMU.
Nel caso in cui si scelga di procedere con l’autocertificazione, è importante seguire alcuni passaggi fondamentali. La dichiarazione sostitutiva deve attestare che l’immobile è inagibile o inabitabile e deve essere firmata dal proprietario. È consigliabile allegare alla dichiarazione qualsiasi documentazione utile che possa supportare la richiesta, come fotografie o rapporti di tecnici abilitati.
In base alle recenti pronunce della Corte, se l’inagibilità persiste per l’intero anno, il trattamento agevolato si estende a tutto il periodo e non è necessario rinnovare la richiesta ogni anno, a meno che non vi siano cambiamenti nello stato dell’immobile.
È cruciale anche distinguere tra immobili inagibili e immobili collabenti. Gli immobili collabenti, classificati nella fascia catastale F2, sono quelli che presentano un degrado talmente avanzato da non essere recuperabili neanche con interventi di ristrutturazione. Questi immobili sono esenti dall’IMU, a meno che non vengano demoliti, nel qual caso si applica l’imposta prevista per le aree fabbricabili.
Secondo la Corte di Cassazione, anche gli immobili collabenti che si trovano in aree edificabili secondo il piano regolatore restano esenti dall’IMU. Questo è un punto di grande importanza, poiché offre ulteriore protezione fiscale ai proprietari di immobili in condizioni critiche.
In conclusione, è fondamentale essere informati e aggiornati sulle normative fiscali relative all’IMU, soprattutto per coloro che possiedono immobili in condizioni di degrado. La possibilità di ottenere uno sconto significativo come quello del 50% può rappresentare un aiuto sostanziale in un contesto economico spesso difficile e complesso.