Controlli stringenti del fisco (dailybest.it)
La Suprema Corte ha stabilito che le verifiche fiscali volte a individuare comportamenti evasivi possono estendersi anche ai patrimoni e ai conti correnti intestati a familiari e conviventi del contribuente sotto accertamento. Questo ampliamento del perimetro di controllo rappresenta un passo avanti nella lotta all’evasione fiscale, consentendo di indagare su eventuali patrimoni occultati tramite soggetti vicini al contribuente.
La sentenza della Corte di Cassazione afferma che le verifiche fiscali, basate anche su presunzioni, possono legittimamente riguardare i conti bancari intestati a coniugi, conviventi o altri familiari stretti del soggetto destinatario dell’accertamento. Fino ad ora, l’attenzione delle indagini si concentrava quasi esclusivamente sui dati del contribuente principale, ma con questa importante pronuncia il Fisco può ora analizzare i patrimoni di persone legate da vincoli familiari o di convivenza, qualora vi siano elementi che facciano sospettare un utilizzo finalizzato a nascondere redditi o beni.
L’ambito normativo di riferimento è costituito dall’articolo 32, comma 1, numero 2 del D.P.R. 600/1973, che regola le modalità di verifica delle imposte sui redditi. In base a questa disposizione, ogni movimentazione bancaria in entrata o uscita si presume fiscalmente rilevante, a meno che il contribuente non dimostri, in modo analitico e documentato, l’irrilevanza fiscale dell’operazione o la sua già corretta dichiarazione nel modello dei redditi.
Questa norma determina una sostanziale inversione dell’onere della prova, che grava quindi sul contribuente, chiamato a fornire evidenze precise e circostanziate per giustificare le movimentazioni sospette e dimostrare l’assenza di redditi non dichiarati.
Per supportare l’attività di controllo, l’Agenzia delle Entrate dispone dell’Anagrafe dei rapporti finanziari, un database digitale aggiornato che raccoglie informazioni su conti correnti, carte prepagate, investimenti, depositi e altri strumenti finanziari intestati ai contribuenti. Grazie a questo strumento, è possibile incrociare con precisione i dati bancari con le dichiarazioni fiscali, facilitando l’individuazione di discrepanze o irregolarità.
La decisione della Cassazione introduce un principio fondamentale: chi condivide la sfera economica o familiare con un contribuente sotto indagine può essere coinvolto nei controlli, se sussistono elementi oggettivi che ne giustifichino l’estensione. Questa misura rafforza la capacità del Fisco di contrastare l’evasione, ma impone anche una maggiore attenzione a chi gestisce in comune patrimoni, conti o spese.
La pronuncia evidenzia inoltre alcuni elementi “spia” che, se presenti nei movimenti bancari di un conto intestato a terzi, possono far presumere un collegamento diretto con il contribuente principale. Tra questi si segnalano:
La Corte ha inoltre richiamato una vasta giurisprudenza consolidata su questi temi, tra cui le sentenze Cass. 549/2020 e Cass. 26173/2011, che hanno contribuito a definire i criteri per l’estensione dei controlli ai patrimoni di soggetti vicini al contribuente.
La Corte Suprema di Cassazione rappresenta il massimo organo giudiziario italiano e svolge funzioni di giudice di legittimità, assicurando l’uniforme interpretazione delle norme giuridiche. La sua giurisdizione si estende sull’intero territorio nazionale e garantisce che la legge sia applicata correttamente nei vari gradi di giudizio.
I suoi pronunciamenti hanno un valore orientativo fondamentale per la giurisprudenza nazionale e contribuiscono a definire i principi generali cui devono uniformarsi i giudici nei casi analizzati. La Corte è articolata in più sezioni civili e penali, tra cui quella tributaria, che si occupa di controversie relative a materie fiscali.
Con la recente nomina di Margherita Cassano come Primo Presidente, la prima donna a ricoprire tale carica nella storia della Corte, si conferma l’impegno dell’istituzione nel garantire un ruolo centrale e autorevole nella tutela dello Stato di diritto e nell’evoluzione del sistema giudiziario italiano.
La sentenza n. 13761/2025 si inserisce in questo quadro, rafforzando la capacità dell’Agenzia delle Entrate di condurre accertamenti più efficaci e circostanziati, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali e l’ampliamento del campo di indagine ai soggetti legati da vincoli familiari o di convivenza al contribuente principale.
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