L’obiettivo principale è verificare la corretta aggiornamento della rendita catastale degli immobili interessati dai lavori, per accertare eventuali irregolarità e incongruenze che potrebbero incidere sul carico fiscale.
L’Agenzia delle Entrate ha predisposto l’invio di un vasto numero di lettere di compliance, uno strumento che consente di segnalare preventivamente ai contribuenti eventuali anomalie riscontrate nei dati dichiarati, invitandoli a fornire chiarimenti o a regolarizzare la propria posizione. Si tratta di un passaggio formale che precede eventuali accertamenti più approfonditi, ma che è fondamentale per evitare sanzioni e revisioni d’ufficio.
Le lettere contengono informazioni dettagliate, tra cui:
– un codice identificativo univoco della comunicazione, necessario per qualsiasi interlocuzione con il Fisco;
– l’elenco delle anomalie rilevate, in particolare riguardanti la discordanza tra l’entità degli interventi dichiarati e la rendita catastale dell’immobile;
– le istruzioni per accedere al cassetto fiscale e per inviare chiarimenti tramite il canale Civis.
Chi riceve la comunicazione deve innanzitutto verificare la correttezza dei dati catastali relativi all’immobile sottoposto a ristrutturazione. Se la rendita catastale non è stata aggiornata o presenta incongruenze, è consigliato procedere immediatamente alla correzione per evitare futuri provvedimenti sanzionatori.
Chi sono i soggetti sotto la lente del Fisco?
I controlli si concentrano su quei contribuenti che hanno usufruito di bonus edilizi – come il Superbonus, l’Ecobonus o il Sismabonus – spesso tramite meccanismi di sconto in fattura o cessione del credito. Attraverso sofisticati sistemi di analisi automatizzata, il Fisco confronta i dati relativi ai crediti fiscali richiesti con le informazioni catastali dell’immobile.
Quando il valore dei lavori risulta sproporzionato rispetto alla rendita catastale, scattano le verifiche preventive. Sebbene la lettera di compliance non costituisca un accertamento formale, ignorarla può portare a controlli più severi. In questi casi, l’Agenzia delle Entrate può procedere alla revisione d’ufficio della rendita catastale e applicare sanzioni che possono arrivare fino a 8.200 euro per ogni immobile interessato.
Confedilizia ha evidenziato che, in seguito agli interventi di ristrutturazione, la rendita catastale può aumentare anche del 15%, con conseguenze dirette sul carico fiscale relativo a imposte come l’IMU e l’IRPEF.

Un aspetto cruciale di questa nuova fase di controlli riguarda l’onere della prova a carico del contribuente che ha beneficiato delle agevolazioni fiscali. In caso di contestazioni da parte del Fisco, il proprietario deve dimostrare che gli interventi effettuati giustificano il credito d’imposta richiesto e che la rendita catastale è stata adeguatamente aggiornata.
Per assolvere a questa responsabilità, è necessario raccogliere e conservare documentazione tecnica dettagliata, come planimetrie aggiornate, perizie tecniche e pratiche edilizie. Nel caso di immobili in condominio, la collaborazione con l’amministratore e con i professionisti abilitati diventa imprescindibile per garantire la correttezza formale e sostanziale degli interventi.
Conseguenze e tempistiche per la regolarizzazione
La lettera di compliance dà al contribuente un termine di 30 giorni per rispondere e regolarizzare la propria posizione. Il mancato riscontro entro questo termine può innescare un accertamento d’ufficio con possibili sopralluoghi tecnici e l’applicazione di sanzioni pecuniarie.
La regolarizzazione spontanea, invece, consente di evitare sanzioni e di aggiornare la rendita catastale attraverso la procedura prevista, modificando così la base imponibile su cui si calcolano imposte come IMU e TASI.
Questa iniziativa si inserisce in un contesto di crescente attenzione ai bonus edilizi, che negli ultimi anni hanno generato numerosi contenziosi e problemi legati a pratiche scorrette, errori nella cessione del credito e lavori non conformi. L’adeguamento delle rendite catastali rappresenta un passo fondamentale per allineare il sistema fiscale alla realtà degli immobili e per mantenere l’equità tra contribuenti.
L’Agenzia delle Entrate, pertanto, utilizza le lettere di compliance non solo come strumento di repressione, ma anche come mezzo per favorire la trasparenza e la correttezza nel settore immobiliare, contribuendo a un sistema tributario più equilibrato e giusto per tutti.