In Italia, come in molti altri Paesi, la pensione è un diritto che si acquisisce raggiungendo una precisa età anagrafica o una determinata anzianità contributiva. L’età ordinaria per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni, condizione necessaria per lasciare il lavoro e ottenere l’assegno pensionistico spettante.
Questa possibilità è valida però, solo se si possiedono almeno venti anni di contributi effettivi versati, nelle casse dello stato, durante la carriera professionale. Si tratta di cifre importanti, specialmente per quello che riguarda i contributi, che possono creare non pochi disagi per i futuri pensionati.
Come andare in pensione prima
Anticipare l’uscita dal lavoro prima dei 67 anni è in realtà comunque possibile, ma occorrono strumenti specifici e una buona dose di programmazione preventiva. Servono misure anticipate che si basano sia sulla quantità di contributi sia sul rispetto di eventuali requisiti minimi di età legati alla normativa vigente.

Chi ha maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, oppure 41 anni e 10 mesi se donna, può accedere alla pensione anticipata ordinaria. Non contano i periodi figurativi, come malattia, infortunio o disoccupazione, perché solo i contributi effettivi vengono presi in considerazione per il calcolo dell’assegno mensile.
I lavoratori precoci possono usufruire della Quota 41, riservata a chi ha iniziato a lavorare prima dei diciannove anni, versando dodici mesi di contributi effettivi. Altre misure consentono l’uscita anticipata con limiti di età specifici, come l’Ape Sociale, dedicata a caregiver, disoccupati, invalidi e lavoratori impiegati in mansioni particolarmente gravose.
Per usufruire dell’Ape Sociale servono trentasei anni di contributi, trenta per chi svolge lavori gravosi, con un’età minima fissata a sessantatré anni e cinque mesi. Le lavoratrici possono accedere a Opzione Donna a partire da cinquantanove, sessanta o sessantuno anni, a seconda della categoria di appartenenza e dei contributi maturati.
La pensione anticipata contributiva, invece, riguarda chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, con un requisito minimo d’età attestato a 64 anni. Anche per i contributi, vengono richiesti almeno venti anni di versamenti e assegno ottenuto così pari ad almeno tre volte l’ammontare dell’assegno sociale.
In presenza di invalidità pari all’80%, è possibile richiedere la pensione anticipata a sessantuno anni per gli uomini e cinquantasei per le donne. Chi svolge lavori usuranti, turni notturni, catene di montaggio o guida di mezzi pubblici, può accedere allo scivolo usuranti a sessantuno anni e sette mesi.
Ogni misura ha regole precise e finestre temporali da rispettare per ricevere il primo assegno, che vanno rispettate con attenzione per non rischiare. Conoscere queste possibilità permette di pianificare l’uscita dal lavoro in maniera consapevole e legale.