Come ogni anno si torna a parlare di 730, detrazioni fiscali e soprattutto multe salate a carico di chi, volontariamente o meno, sbaglia a compilarlo. Siamo nel periodo peggiore per la burocrazia italiana, che si ritrova intasata di richieste e richiami, mandando il tilt uffici, operatori e anche i contribuenti.
Come dei novelli Teseo nel labirinto, molti italiani si trovano a vagare in mezzo alle infinite scartoffie che accompagnano questa annosa procedura. Documenti e certificazioni che spesso nascondono novità che potrebbero cambiare le regole del gioco, spesso in favore di chi si impegna a stilarle correttamente.
730, nuovi controlli e regole da rispettare
Con l’avvio della stagione dichiarativa 2025, si torna a parlare del tema caldo per eccellenza nell’argomento controlli fiscali e dichiarazioni dei redditi. La riforma fiscale ha introdotto novità rilevanti, estendendo le verifiche anche al modello Redditi Persone Fisiche (PF), ora precompilato per i titolari di partita IVA.

Chi accetta la dichiarazione precompilata così com’è, senza apportare correzioni, può tirare un sospiro di sollievo, in quanto si tratta di una semplificazione importante. In quel caso, infatti, l’Agenzia delle Entrate non effettuerà controlli documentali sugli oneri detraibili e deducibili trasmessi da soggetti terzi, come spese sanitarie o universitarie.
Se invece si interviene modificando anche solo una voce che incide su reddito o imposta, scattano verifiche mirate, ma il controllo si limiterà ai documenti relativi alle modifiche. Una logica di selettività che punta a responsabilizzare il contribuente, evitando controlli a tappeto ma senza abbassare la guardia nei confronti dell’evasione fiscale.
Discorso diverso per chi si affida a un CAF o a un professionista, difatti anche in assenza di modifiche, sarà l’intermediario a dover rispondere al Fisco in caso di controlli. E se ci sono variazioni, i controlli potranno estendersi a tutti gli oneri, tranne quelli sanitari già presenti nella precompilata, che verranno verificati solo se assenti.
Un altro aspetto cruciale è la conservazione dei documenti, in alcuni casi gli scontrini e le ricevute andranno conservati fino al 31 dicembre 2030. Una scadenza lunga, che non riguarda solo chi utilizza il 730 o il Redditi PF precompilato, ma anche chi opta per i modelli ordinari.
Infine, attenzione ai requisiti soggettivi perché anche se non ci sono controlli sugli oneri, l’Agenzia delle Entrate potrà comunque verificare i diritti alle agevolazione. I margini d’errore quindi si riducono, ma la prudenza resta indispensabile per evitare di incappare in controllo e multe improvvise.