Con l’avvicinarsi della pace fiscale 2026, cresce l’attenzione su quali cartelle esattoriali potranno essere effettivamente cancellate o sanate, e quali contribuenti potranno beneficiare delle nuove misure fiscali previste dal Governo.
Oltre alla conferma della rottamazione quinquies, infatti, si sta valutando la reintroduzione del saldo e stralcio, una misura che potrebbe rappresentare un’importante boccata d’ossigeno per molte persone in difficoltà economica.
Rottamazione quinquies: criteri più stringenti per l’accesso
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha chiarito che la rottamazione quinquies non sarà estesa a tutti indiscriminatamente. L’assenza di risorse sufficienti impone l’introduzione di limiti precisi per l’accesso alla misura. In particolare, potranno accedere solo i contribuenti che si trovano in una situazione di effettiva difficoltà economica, mentre chi dispone di mezzi sufficienti e ha comunque omesso il pagamento dei debiti non potrà usufruirne. È probabile che la selezione avvenga attraverso parametri basati sull’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), in modo da focalizzare l’intervento solo su chi ha realmente bisogno.
Questo filtro è stato pensato anche per evitare abusi: nelle precedenti edizioni della rottamazione, infatti, molti hanno aderito per bloccare le azioni esecutive come pignoramenti o fermi amministrativi, senza procedere poi al pagamento delle rate. La nuova misura, invece, mira a garantire un’effettiva regolarizzazione fiscale evitando che diventi solo uno strumento per posticipare i pagamenti. Parallelamente alla rottamazione quinquies, si sta valutando la reintroduzione del saldo e stralcio, che potrebbe estendersi soprattutto alle cartelle di piccolo importo, confermando una tendenza già vista nella pace fiscale 2023.
In quell’occasione, infatti, sono stati cancellati debiti fino a 1.000 euro, spesso vecchi e difficilmente recuperabili, con un evidente vantaggio in termini di costi di riscossione per l’amministrazione. Il meccanismo di saldo e stralcio, che si affianca al recente discarico automatico delle cartelle inesigibili entrato in vigore dal 1° gennaio 2025, prevede la cancellazione dei debiti non riscossi entro cinque anni, soprattutto in casi come contribuenti deceduti, nullatenenti o imprese fallite. Questa norma consente all’agente della riscossione di restituire la cartella all’ente creditore, che può decidere se iscrivere nuovamente il debito a ruolo o eliminarlo definitivamente.

Per la pace fiscale 2026, si ipotizza che lo stralcio possa riguardare le cartelle iscritte a ruolo tra il 2015 e il 2020, con importi limitati (probabilmente fino a 1.000 euro). I debiti più vecchi, antecedenti al 2015, sono già stati oggetto di precedenti stralci. Un’altra opzione allo studio è quella del saldo e stralcio parziale, una misura che potrebbe integrare la rottamazione quinquies per i debiti di importo minore. In questo scenario, oltre alla cancellazione di sanzioni e interessi, potrebbe essere previsto uno sconto parziale sul capitale residuo, a condizione che il contribuente dimostri una situazione di difficoltà economica certificata dall’ISEE.
Per i debiti più elevati, invece, la rottamazione quinquies prevederebbe una rateizzazione fino a 120 mesi, dando così la possibilità di diluire il pagamento nel tempo. In questo modo, la combinazione delle due misure potrebbe offrire una soluzione più flessibile e mirata alle diverse fasce di debito e condizioni economiche dei contribuenti. Al momento, però, i dettagli definitivi su modalità e limiti della pace fiscale 2026 devono ancora essere precisati. Si attendono comunicazioni ufficiali e decreti attuativi che chiariscano pienamente le regole di accesso e le condizioni per usufruire di queste importanti opportunità di sanatoria fiscale.