L’alta tassazione che colpisce i possessori di Partita Iva è un grande problema, da anni, del mondo del lavoro nostrano. Con il tempo sono tanti i lavoratori che, a causa dei tanti e alti tributi da versare, si sono indebitati con il Fisco.
Ecco perché il concordato biennale è un’ottima occasione per chi ha debiti. Si tratta di un ravvedimento speciale che permette la regolarizzazione degli anni di imposta 2019, 2020, 2021, 2022 e 2023, che prevede un imposta sostitutiva, rate fino a 10 mesi e aliquote differenziate.
Nuova sanatoria fiscale per le Partite Iva
Nei giorni scorsi sono state annunciate dal Governo le norme che regoleranno il ravvedimento speciale, dalle date fino alle quote, presentandolo come uno strumento di pace fiscale. Del resto, chi ha problemi con il Fisco può davvero, in maniera più semplice e pagando di meno, regolarizzare la sua posizione. Il periodo di tempo per aderire al concordato andrà dal prossimo 1° gennaio fino al 15 marzo del 2026.
Ogni contribuente potrà saldare l’importo dovuto – per le tasse relative dal 2019 al 2023 – scegliendo se saldare in un’unica soluzione oppure a rate, fino ad un massimo di 10 mensilità, con sanzioni nettamente inferiori al normale ravvedimento. L’obiettivo del Governo è cercare di chiudere tutte le pendenze entro la fine del prossimo anno. Il ravvedimento può essere richiesto dai titolari di Partita Iva, professionisti ed imprenditori, che hanno applicato l’ISA – ovvero gli Indicatori Sintetici di Affidabilità – e che hanno deciso di aderire al concordato preventivo biennale del 2024 e 2025.

Ma come si calcola l’importo totale da pagare? Precisiamo che l’imposta sostitutiva coprirà Irpef/Ires, addizionali e Irap. Si tratta di una differenza tra il reddito di impresa o di lavoro autonomo, già dichiarato nell’annualità di riferimento, e il valore dello incrementato nella misura rispetto all’ISA. Per gli anni 2020 e 2021 è prevista una riduzione delle aliquote del 30%, dal momento che si tiene conto delle conseguenze del periodo pandemico. Ovvero:
- 5% per ISA pari a 10;
- 10% per ISA tra 8 e 10;
- 20% per ISA tra 6 e 8;
- 30% per ISA tra 4 e 6;
- 40% per ISA tra 3 e 4
- 50% per ISA inferiore a 3.
Ma l’accesso al ravvedimento è possibile anche in altri casi, come cause di esclusione dagli ISA legate al periodo Covid-19, oppure condizioni che hanno influito sul normale svolgimento dell’attività (ovviamente da provare) e oppure applicazione degli ISA per più attività.
Non solo: per le annualità che prevedono l’assenza del punteggio ISA, il calcolo per l’imponibile avverrà in chiaramente in maniera diversa: si calcolerà la differenza tra reddito di impresa o di lavoro autonomo dichiarato per ciascun esercizio e il medesimo importo incrementato del 25%. Dunque, l’aliquota per le imposte sui redditi e le eventuali addizionali sono fissate al 12,5%, mentre l’aliquota per l’imposta sostitutiva dell’IRAP rimane ferma al 3,9%.