Questi benefici, però, non sono riconosciuti automaticamente né rappresentano un trattamento universale: è necessario presentare domanda e rispettare specifici requisiti reddituali e anagrafici. Ecco una guida aggiornata per orientarsi nel sistema previdenziale e assistenziale italiano del 2025.
L’assegno minimo di pensione per il 2025 è fissato a 603,40 euro mensili. Tuttavia, è previsto un incremento straordinario del 2,2% per i titolari di pensioni inferiori a tale soglia, portando l’importo a 616,67 euro al mese. Nonostante questo aumento, tale cifra resta spesso insufficiente per coprire le spese fondamentali, soprattutto per chi vive da solo o ha problemi di salute.
Per migliorare la situazione economica, a questo importo base possono essere aggiunti vari benefici assistenziali e forme di integrazione al reddito, che, cumulati, possono garantire un sostegno più consistente.
Assegno sociale e Assegno di Inclusione: requisiti e importi
Tra gli strumenti più rilevanti vi è l’Assegno sociale, rivolto a chi ha compiuto i 67 anni di età e dispone di redditi molto bassi. Nel 2025, l’importo massimo mensile erogabile è di 538,69 euro per 13 mensilità.
Requisiti per l’assegno sociale
Per ottenere l’importo pieno, si deve:
- Non essere coniugati e non possedere alcun reddito;
- Oppure, se coniugati, avere un reddito familiare inferiore a 7.002,97 euro annui;
- Se il reddito familiare è compreso tra 7.002,97 e 14.005,94 euro, l’importo è ridotto proporzionalmente.
L’assegno sociale non è soggetto a imposizione fiscale e non è cedibile né pignorabile. La domanda va presentata online all’INPS o tramite patronati e CAF.
L’Assegno di Inclusione (AdI)
Un ulteriore sostegno è rappresentato dall’Assegno di Inclusione, destinato a nuclei familiari con specifici requisiti reddituali e patrimoniali, e disponibile anche per nuclei composti esclusivamente da anziani o persone con disabilità grave o non autosufficienti.
I criteri principali per accedere all’AdI nel 2025 sono:
- ISEE non superiore a 10.140 euro;
- Reddito familiare inferiore a 6.500 euro annui, moltiplicato per un parametro ADI che sale a 8.190 euro se tutti i membri hanno almeno 67 anni o presentano disabilità grave;
- Limiti patrimoniali: massimo 150.000 euro di patrimonio immobiliare (esclusa la prima casa), e patrimonio mobiliare di 6.000 euro per nuclei con un solo componente, 8.000 euro per due componenti, 10.000 euro per nuclei con tre o più componenti (con un incremento di 1.000 euro per ogni figlio oltre il terzo);
- Reddito familiare inferiore a 10.140 euro se l’abitazione è in affitto.

Chi percepisce una pensione minima e soddisfa i requisiti per accedere alle singole misure può cumulare:
- L’integrazione al trattamento minimo;
- L’assegno sociale;
- Le maggiorazioni previste dalla legge;
- L’Assegno di Inclusione.
Questa somma può avvicinarsi o raggiungere i 1.500 euro netti mensili, un importo più adeguato a sostenere le spese di chi si trova in condizioni di disagio economico. È fondamentale sottolineare che non si tratta di un riconoscimento automatico: ogni misura richiede una domanda separata e la presentazione della documentazione richiesta, oltre alla verifica della situazione reddituale e familiare.
Dove rivolgersi per assistenza e informazioni
Per orientarsi nella presentazione delle domande e nella verifica dei requisiti, è consigliabile rivolgersi a:
- CAF e patronati, che offrono assistenza gratuita e supporto nella compilazione delle richieste;
- Sedi territoriali INPS, che garantiscono un supporto informativo personalizzato e aggiornato.
Le novità sulla pensione di vecchiaia e anticipata nel 2025
Il sistema previdenziale italiano ha subito diverse riforme negli ultimi anni per contenere la spesa pubblica e adeguarsi ai cambiamenti demografici. La pensione di vecchiaia nel 2025 è fissata a 67 anni, requisito confermato fino al 2026, con un’anzianità contributiva minima di 20 anni. Per chi ha versato contributi esclusivamente dopo il 1995, è prevista una pensione contributiva con età minima di 71 anni.
Le principali riforme che hanno influito sul sistema includono:
- L’introduzione del sistema contributivo e il legame tra speranza di vita e età pensionabile (riforma Fornero);
- L’APE Sociale, l’anticipo pensionistico gratuito per alcune categorie;
- Le misure sperimentali come Quota 100, 102 e 103, che hanno modificato i requisiti di età e contributi per il pensionamento anticipato.
Inoltre, il meccanismo di adeguamento alla speranza di vita è stato aggiornato alla luce dei dati ISTAT 2025, che indicano un ulteriore aumento dell’aspettativa di vita, con possibili conseguenze sull’innalzamento graduale dell’età pensionabile a partire dal 2027.