Quando si parla di risparmio, oggi, sembra quasi di evocare un miraggio. Un concetto appartenente a un’altra epoca, quando mettere da parte qualcosa a fine mese era la norma, non un’impresa da equilibristi. Oggi, invece, viviamo in un tempo in cui i prezzi sembrano rincorrersi senza tregua, e ogni bolletta, ogni scontrino, diventa una piccola doccia fredda che riporta alla realtà. L’inflazione corre, i salari restano immobili, e il costo della vita sale a cifre che fino a pochi anni fa sarebbero sembrate inimmaginabili.
Molti italiani raccontano la stessa storia: arrivare a fine mese è diventato un esercizio di resistenza, una corsa ad ostacoli tra spese impreviste, rate da pagare e piccoli desideri messi nel cassetto, in attesa di tempi migliori. C’è chi ha smesso di concedersi la pizza del sabato sera, chi ha rinunciato alle vacanze, e chi ha imparato a guardare ogni prezzo con sospetto, chiedendosi se ne valga davvero la pena.
In un simile contesto, parlare di risparmio sembra quasi una provocazione, qualcosa di irrealistico, una promessa che suona lontana dalla vita concreta di tutti i giorni. Eppure, nonostante tutto, c’è chi è riuscito a ribaltare le carte in tavola. Seguendo un metodo tanto semplice quanto sorprendente, c’è chi ha trovato un modo per mettere da parte cifre impensabili, senza sacrificare la qualità della propria vita.
Un metodo nato in Giappone, che oggi sta facendo parlare di sé per un motivo ben preciso: funziona davvero. E il modo in cui lo fa cambierà radicalmente il modo in cui pensiamo al denaro.
Il metodo giapponese per risparmiare migliaia di euro l’anno: ecco come funziona
Tra le tante mode che arrivano dal Giappone, ce n’è una che, più che una tendenza passeggera, somiglia a una piccola rivoluzione silenziosa nell’ambito del risparmio. Si tratta del Kakebo. È un metodo semplice, concreto e sorprendentemente efficace per imparare a gestire il proprio denaro con consapevolezza.

La sua storia affonda le radici all’inizio del Novecento, quando una giornalista giapponese, Hani Motoko, decise di creare uno strumento che aiutasse le famiglie, e in particolare le donne, a tenere le redini del bilancio domestico. Il principio è disarmante nella sua semplicità: scrivere tutto.
Ogni entrata, ogni spesa, ogni piccolo dettaglio che riguarda il denaro deve trovare spazio su un quaderno dedicato. Non un’app, non un foglio Excel, ma una vera e propria agenda casalinga, perché è proprio questo che significa Kakebo: libro dei conti familiari. Un rituale che, con la sua apparente lentezza, costringe a fermarsi, a riflettere su come e perché si spende.
Il metodo suddivide le finanze in quattro grandi categorie: il necessario per vivere, ciò che si vuole risparmiare per il futuro, le spese extra che rendono più piacevole la vita, e infine gli eventuali debiti da onorare. Dietro questa organizzazione c’è una filosofia antica ma più attuale che mai, ossia quella che conoscere a fondo le proprie abitudini economiche è il primo passo per cambiare.
Oggi, il Kakebo ha trovato nuova vita anche in versione digitale, ma conserva intatta la sua essenza: educare alla disciplina e al risparmio consapevole. È un piccolo gesto quotidiano che, nel tempo, si trasforma in un potente alleato contro lo spreco e l’incertezza.