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Dynasty Warriors: Origins: un nuovo inizio

Dopo aver spulciato Dynasty Warriors: Origins ecco il mio giudizio: un bellissimo punto di partenza per il genere (e la saga).

Dynasty Warriors: Origins, che ho potuto provare grazie a un review code su Xbox Series X, è un ottimo punto di (ri)partenza per il genere di appartenenza, nonché per la saga in generale. Credo che non vi possano essere altre parole di queste per introdurvi il videogioco degli Omega Force e distribuito da Koei Tecmo (che, per inciso, a mio avviso si attesta su una votazione di 8.1). Il titolo in questione, infatti, prende il genere di appartenenza, ovvero il musou. e senza fare stravolgimento di sorta lo innerva di novità ottimali, lo attualizza e lo rende, finalmente, “contemporaneo”. Non che in questi anni non vi siano giochi di questo tipo anche molto interessanti, tuttavia l’impressione è che il genere avesse un po’ dato tutto. E invece ora Dynasty Warriors: Origins “setta” un nuovo standard qualitativo.

Per incominciare, finalmente, su schermo si vedono veramente orde di nemici davvero numerose, dando proprio la sensazione di essere nel bel mezzo di una battaglia campale nella Cina dell’antichità. Questo impatto numerico è qualcosa di molto importante, visto che stiamo parlando di un musou che, in fin dei conti, si basa anche su questo, così come notevole è il lavoro fatto dal punto di vista della fluidità del videogioco. Nonostante i già ricordati “grandi numeri a schermo” il titolo è sempre fluido, con opzioni grafiche che, addirittura, favoriscono questa agilità (ho preferito giocare a 60 fps prediligendo, giustappunto, la fluidità ed è l’opzione che, almeno su console, mi sento di abbracciare e consigliare in toto). Grandissimi miglioramenti, poi, dal punto di vista del gameplay in senso generale, con una ottima alternanza tra le prime fasi della scontro, che sono strutturate in modo di scontrarsi con orde di nemici sempre diversi e poi quella conclusiva, in cui si combatte contro il generale o guerriero d’elite di turno.

Se le prime fasi sono, tutto sommato, abbastanza tradizionali, almeno dal punto di vista dell’approccio, è negli scontri con le truppe d’elite che il titolo dà il suo meglio. Qui sì che la rosa di attacchi, e parate, a nostra disposizione la faranno da padrone, con un approccio molto più tattico piuttosto che frenetico che invece di rallentare, e basta, l’azione ne sottolinea l’importanza. Ci sono poi tantissime combinazioni di attacchi a schermo, che rendono sempre molto gustosa la progressione e, quasi mai, tediosa, a parte che nelle battute finali (in cui si può denunciare una certa qual dose di ripetitività).  Fermo restando quindi l’aderenza della formula e al netto di qualche squilibrio della difficoltà, questo titolo può davvero rappresentare “un nuovo inizio” per i musou.

Mescolando un’impostazione tutto sommato semplice a un generoso calderone di opzioni date in mano al giocatore, gli Omega Force con questo Dynasty Warriors hanno fatto veramente centro.

 

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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