Geek
di Mattia Nesto 18 Novembre 2020

Hyrule Warriors: L’era delle calamità è un meraviglioso test sulla personalità

Il “prequel” di The Legend of Zelda: Breath of the Wild non solo ci è piaciuto tanto. Ma ci ha fatto venire pure la nostalgia dei testi di Cioè

Dopo aver passato una quantità di ore francamente imbarazzante per le lande di Hyrule (anche grazie alla bontà di Nintendo che ci ha concesso di provare il gioco ben prima della sua uscita, cioè oggi), possiamo finalmente dirlo: Hyrule Warriors: L’era delle calamità ci ha letteralmente conquistato, grazie a un sapiente mix di giocabilità sopraffina e una storia che, per quanto lineare possa essere, ci è piaciuta tanto, soprattutto per la svolta che sin dalle prime battute viene mostrata al giocatore.

Ve lo confessiamo candidamente: siamo stati fan, sin dal day-one il 3 marzo del 2017, di Breath of the Wild e tornare in quel mondo, anche se un centinaio di anni prima gli eventi, ci ha subito emozionato. Tuttavia bisogna anche chiarire una cosa: L’era della calamità è un titolo molto diverso rispetto a Botw (aka Breath of the Wild). Infatti non siamo di fronte a un open-world ma a un musou, ovvero a un tipo di gioco, che in Giappone e Corea del Sud va tantissimo, in cui vige la regola della “quantità sulla qualità”, cioè si ha a che fare con, letteralmente, centinaia di migliaia di nemici su schermo che, in modo più o meno meccanico, il giocatore sarà chiamato a pulire. Ecco ne L’era delle calamità si fa questo per quasi tutto il tempo eppure, al netto di qualche numeroso singhiozzo di troppo dal punto di vista del framerate (che in certe occasioni sfiora i quindici fps, roba che neppure Bayonetta 2 su Ps3), il combat-system e, soprattutto, la capacità di “switchare” (mai termine fu più corretto da utilizzare al posto di cambiare) tra vari personaggi non rende mai frustrante questo gioco d’azione. Anzi.

A parte avere adorato il charachter-design di ogni singolo personaggio, una cosa, su tutte, ci è piaciuta un botto: i personaggi! Infatti ne L’era della calamità siamo chiamati a impersonare (al netto di, ehm, personaggi segreti ma voi non avete letto nulla!) un roster di personaggi contraddistinto non solo da un’estetica da urla (e desunta direttamente da BotW e dai suoi dlc) ma anche e soprattutto che combatte e si muove nel mondo di gioco in modo molto differente. Ecco perché, avendo un pizzico di nostalgia per i testi di Cioè, abbiamo pensato di non fare una recensione classica, ma di fornirvi i profili dei diversi personaggi a seconda della vostra personalità.

Link: chad, silente e deciso.

Se siete delle tipe o dei tipi di poche parole ma di molti fatti, magari anche fascinosi e che hanno una decisione che gli brucia nel petto beh la scelta migliore è proprio Link. Infatti il “semplice” guerriero dell’esercito di Hyrule nel corso dell’avventura, com’è giusto che sia troverà il suo posto centrale nelle vicende. Grazie alla possibilità di usare praticamente ogni tipologia di arma del gioco sarà il guerriero con le maggiori opzioni in combattimento anche se la combo spada+scudo sarà, ovviamente, la combinazione più godurioso. Se siete chad, insomma, scegliete il biondino dagli occhi azzurri.

Zelda: sofferente, preraffaelita e magica.

Per tutte le quasi trentacinque ore di gioco (ad esclusione di finali segreti e boss opzionali) vedremo la principessa Zelda costantemente erosa dai dubbi ma anche decisa a proteggere la sua terra a ogni costo. Questa unione di fragilità e forza ci ha fatto, ancora una volta innamorare della nobile e magica ragazza di Hyrule e per questo, oltre che per la possibilità di utilizzare in combattimento le magiche tavolette sheikah (e tutti i loro magici attacchi), è stata la nostra scelta. O forse perché ci piacciono i pre-raffaelliti, fate voi.

Urbosa: fascinosa, dolente e spietata.

 

La regina del popolo di “amazzoni desertiche” delle Garudo è, fin dalla sua prima apparizione, iper-sexy e fascinosa: con la sua pelle ambrata e la sua chioma rossiccia falciare i nemici con i suoi attacchi elettrici è una vera bellezza. Eppure, nel corso della storia, scopriremo anche quali motivazioni spingono la regina a impegnarsi tanto nella salvaguardia del suo popolo e della sua terra. Per chi, anche nelle situazioni più difficili, non vuole venire meno allo stile e all’eleganza, Urbosa è la scelta giusta.

Daruk: possente, dal cuore di panna, amico di tutti.

Daruk, il capo del possente popolo dei Goron, è trasparente: è un bonaccione, un vero e proprio cuore di panna ma dotato di una forza pazzesca. Ecco spiegato il motivo del fatto che, nonostante diventi un vero e proprio “masso semovente” quando falcia i nemici, non riusciamo a non farci venire la voglia di abbracciarlo in ogni momento tutte le volte che lo vediamo. Anche grazie a un doppiatore, sia italiano che giapponese (e anche inglese), veramente adorabile, il premio a personaggio più “dolcione” va sicuramente a lui!

Mipha: innamorata, sognante, tragica.

Non so che tipo di ragazze o di ragazzi vi piacciono ma a noi se ci fornisci sale,pepe&tragicità quanto basta è difficile che rimaniamo insensibili. Ecco perché, altra nostra instacrush, è stata Mipha: un po’ perché il suo combat-system è davvero molto particolare (con attacchi a area legati a getti d’acqua fortissimi, vere e proprie cascate che si possono evocare dal suolo) ma anche perché il suo personaggio è quello che trova, almeno per nostro gusto, una più profonda evoluzione sia ne L’era delle Calamità che in BotW (specialmente a seguito dei dlc). Quindi ritrovarla ora qui, più “giovane” di qualche anno e vedere, letteralmente, “un certo sentimento” che fiorisce beh, ci ha decisamente emozionato. Ma non per questo sterminare orde di boblin con la lancia Zora è stato meno divertente!

Revali: orgoglioso, concentrato, fiducioso in se stesso.

Quando Revali fa la sua comparsa ne L’era delle calamità si rimane a bocca aperta: poche volte infatti si è visto in un titolo del genere un personaggio al tempo stesso tanto orgoglioso quanto chiuso “nella sua bolla”. Eppure, piano piano, anche lui si convincerà della bontà del piano di Link e di Zelda. Tuttavia giocare con il campione alato è uno spettacolo, grazie a uno stile praticamente unico nel suo genere e che ci porta a impersonare un personaggio armato di arco e frecce. Se amate un campione deciso e orgoglioso, disposto a tutto per conclamare la sua auto-affermazione, lo avete proprio qui davanti.

Impa: con la testa sulle nuvole, intelligente e sbadata al tempo stesso.

Anche Impa, la misteriosa studiosa degli Sheikah, ci ha colpito in senso positivo. Infatti, sin dalle prime battute, si segnala per incarnare la quintessenza del “genio&sregolatezza”. Infatti è l’unica che ci “capisce qualcosa” nei confronti dell’antico mondo di Hyrule, e specialmente del lato magico, però poi si perde a contemplare un fiore lungo il cammino. Tuttavia sarà una compagna di scorribande fondamentale per il nostro party e, come avrete forse già visto in qualche sessione di gameplay, giocare con lei è come giocare a Naruto solo che nel mondo di Zelda. Solo per questo è stato “amore a prima vista”.

Insomma speriamo davvero che questa edizione speciale di “Cioè da Hyrule” vi sia piaciuta: come avrete compreso Hyrule Warriors: L’era delle calamità è davvero un titolo divertente da giocare e da vivere e l’opzione migliore per passare qualche serata, a partire dal prossimo 20 novembre, ancora una volta, nel magico mondo di Zelda. Che, anche se nella versione musou, per citare Robin William, “pretty magical”.

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