In sostanza si considera che, ogni qual volta é stato progettato e costruito un grattacielo da record, nel giro di qualche anno l’economia mondiale sia entrata poi in una spirale recessiva.
L’ultimo caso esclatante é collegabile alla realizzazione delle Petronas Towers, iniziate nel 1997 e a cui fatto seguito la crisi finanziaria asiatica – e, in tempi di globalizzazione, anche il resto dell’economia mondiale risentì di quel rallentamento.
Per tornare ai giorni nostri, le preoccupazioni riguardano Londra e la Cina. Nel primo caso é infatti in costruzione l’edificio più alto dell’Europa occidentale, lo Shard London Bridge, che al completamento dei lavori dovrebbe essere alto ben 310 metri, mentre nel paese asiatico al momento sono in via di realizzazione il 53% di tutti gli edifici più alti al mondo.
Secondo il rapporto di Barclays, quindi, ciò ha generato un boom dei prestiti in seguito alla crisi finanziaria globale del 2008, spingendo i prezzi verso l’alto, mentre in un rapporto separato JPMorgan sostiene che il mercato immobiliare cinese potrebbe calare anche del 20% entro i prossimi 18 mesi.
Insomma, la correlazione fra edifici sempre più alti e spirali recessive sembra avere una spiegazione logica mista a… fatalismo! Chissà che la conclusione dei lavori della Torre Hines – Cesar Pelli A a Milano, ad oggi la costruzione più alta che potete trovare nella penisola, non coincida con la ripresa del pil italiano.
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