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The Last Spell è un tower defense complesso e appagante

Ishtar Games con The Last Spell realizza un gioco strategico interessante.

Un mondo violento quello di The Last Spell

The Last Spell è uno di quei titoli che è importante ci siano, ancora, nel mercato odierno perché segnalano la possibilità (se non proprio il dovere) di realizzare anche videogiochi “altri”, che si allontanano dai canoni classici di ciò che va di moda (l’avventura generica action in terza persona) per abbracciare stili e generi differenti. Ancora prima, infatti, della qualità intrinseca del titolo mi piace sottolineare questo aspetto della produzione dei francesi di Ishtar Games, coraggiosi e un po’ “folli” a lanciare un videogioco con queste caratteristiche oggigiorno. Perché The Last Spell è un tower defence strategico e impegnativo, caratterizzato da una grafica old-school ed ambientato nel più classico dei mondi dark-fantasy.

Se dal punto di vista narrativo non vi è molto da segnalare, dato che qui si perpetuano cliché e topoi consolidati del genere, occorre analizzare con attenzione il combat-system. Infatti questo titolo potrebbe benissimo rappresentare uno scoglio decisamente duro da affrontare per i neofiti del genere. Tra le pecche di The Last Spell, senza ombra di dubbio, c’è una fase tutorial carente e sempre “un passo indietro” rispetto a quanto sul campo di battaglia ci viene chiesto di fare. In buona sostanza saremo impegnati a difendere la nostra città dai ciclici attacchi delle creature della notte, mostri immondi partoriti dalla misteriosa nebbia mefitica che, giustappunto, quando cala il sole si posa sulla nostra terra. Attraverso un approccio rogue-like, ovvero quando si perde si comincia daccapo, le possibilità di apprendimento, per così dire, ci vengono auto-indotte: saranno infatti le nostre sconfitte a forgiare le vittorie di domani.

Il colpo d’occhio di The Last Spell

Bisognerà stare bene attenti a sfruttare il terreno di gioco, in un titolo di posizionamento come è questo: manovrare con cura le proprie “pedine”, sfruttando abilità e caratteristiche. Se avremo un caster potrebbe essere cosa buona&giusta metterlo al riparo da attacchi nemici ma abbastanza vicino per lasciare scatenare le proprie magie, mentre il più classico dei paladini-tank potrà reggere i colpi degli avversari in prima linea. Se avremo poi un’arciera di lato, la combinazione si potrebbe rivelare molto favorevole. La cosa importante, che non va mai persa di vista, è non solo il respingimento delle orde nemiche ma anche la salvaguardia del nostro sacerdote mistico, sempre occupato a lanciare la “last spell” da cui prende il gioco e che sarà risolutiva per la fine della partita con la nostra vittoria. Nonostante qualche pecca dal punto di vista dell’organizzazione, un tutorial un po’ improvvisato e un’estetica che non fa gridare al miracolo, questo titolo, provato nella versione per PS5,  mi ha stimolato nel creare strategie sempre nuove e per questo motivo si merita un 7.1 di tutto rispetto e un plauso per il coraggio di realizzare un videogioco così oggi, senza lasciare nessuna concessione alla moda.

 

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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Mattia Nesto

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