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The Mortuary Assistant, la premiata ditta

Arriva anche su console The Mortuary Assistant.

Lo stile di The Mortuary Assistant

Difficile non avere intercettato, anche magari per sbaglio, un gameplay di The Mortuary Assistant in questi due anni. Già perché l’avventura a tinte medical-horror, con un tocco, pesante, di paranormale sviluppato da DarkStone Digital e pubblicato da DreadXP è stata un vero e proprio fenomeno globale, con un sacco di streaming e video dedicati. Ed ora che il titolo è sbarcato anche su console, dopo l’iniziale realease su pc, è arrivato il momento anche qui di parlarne.

Ho provato il videogioco su PS5 e non ho ravvisati grandi cambiamenti rispetto alla versione pc. Sicuramente il titolo non presenta un impatto grafico così stupefacente, dato che il suo cuore, pulsante o morente fate voi, sta appunto nel suo essere un “simulatore di obitorio paranormale” abbastanza fedele. Infatti seguiremo le (dis)avventure della nostra Rebecca, un’imbalsamatrice di cadaveri che, giustappunto, si occupa di preparare i corpi umani per l’ultimo passo. Il gioco si sviluppa attraverso delle azioni, piuttosto obbligate, da realizzarsi attraverso una prima persona che aiuta nell’immedesimazione e tramite l’utilizzo di tutta una serie di strumentazione effettivamente usata per il trattamento dei corpi. Inutile dirvi che se siete sensibili a queste cose, vi sconsiglio, caldamente, di approcciarvi al titolo in questione.

The Mortuary Assistant ha anche delle parti oniriche, diciamo così

C’è una certa (e voluta) meccanicità nella serie di azioni da fare intraprendere a Rebecca, anche legate all’interazione tra di lei e una misteriosa entità atta a valutare la sua anima. Dal punto di vista della longevità, anche grazie ai molteplici finali, The Mortuary Assistant si attesta su una dozzina di ore che filano via abbastanza spedite. Nonostante alcune magagne a livello tecnico, come ad esempio compenetrazioni di poligoni “poco simpatici”, un’assenza dei sottotitoli in italiano (nonostante la loro presenza nell’interfaccia di gioco) e qualche fluttuazioni di modelli di troppo, il videogioco l’ho trovato sicuramente gradevole, molto più giusto, a mio avviso, per essere condiviso a due o comunque in gruppo piuttosto che da soli. Infatti tramite una sorta di “modalità cooperativa” generata da sé la ridda di soluzioni e scelte potrebbe essere molto più stimolante da prendere. Tutto sommato quindi, apprezzando lo spunto ma considerando anche i limiti tecnici e di scrittura, il mio voto è di 6.7. 

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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Mattia Nesto

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