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L’account Instagram dedicato ai prodotti tecnologici vintage è bellissimo

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Quando muore, un nerd non sale in cielo. La sua anima approda nel luogo in cui dimorano tutte le cose che ha posseduto o sognato quando era pre teenager.  Cioè, tutto ciò che poi è diventato la sua ossessione durante l’età adulta, mentre gli altri andavano a tipe.

In pratica, la sua anima sbarca sull’account Instagram Night Liquid Retro, che è il Paradiso dei Nerd sceso in Terra: dentro ci sono le foto di rari oggetti d’elettronica dal 1950 al 1990.

Ci si trova letteralmente di tutto, dagli antenati delle console per videogiochi ai sintetizzatori, fino ai primi videofonini. Sebastian, il ragazzo dietro l’account, è un 28enne che studia produzione musicale a Berlino e che fin da piccolo è rimasto affascinato dal suono e dalla forma di questi oggetti. Da quando campionava i rumori dei suoi giocattoli col registratore a cassetta Fisher Price.

Il suo account è pieno di robe coloratisime e plasticose. Vi mostriamo quelle che ci piacciono di più.

 

Un synth Korg è per sempre, più di un diamante. Questo poi, del 1979, si chiama Sigma: è unico nel suo genere, perché permetteva di creare pattern sonori aggiungendo più suoni a quello principale, nonostante fosse monofonico. Ne sono stati fatti 1000 esemplari.

 

 

Questo ce lo ricordiamo di brutto. Il negativo a disco della Kodak, utilissimo per le foto della gita alle medie. Lo mettevi nel visore e riuscivi a vedere le foto senza bisogno di portarti l’album dietro. È del 1982 e consentiva alle macchine fotografiche dell’epoca di essere più compatte rispetto a quelle col normale rotolino.

 

 

Ma quanto sarà bello l’Health Club Music Soundlab Mini? È un sintetizzatore digitale portatile. Ne sono stati fatti due, quindi se siete uno dei fortunati possessori, tenetevelo ben stretto. Ha pure un pre amplificatore interno, per essere ancora più figo.

 

Questo è un Mac mai prodotto, un prototipo disegnato da Hartmut Esslinger. Il mouse è fighissimo e anche l’alloggio per il floppy sopra lo schermo. Non sarebbe male riutilizzarlo mettendoci dentro un processore turbo.

 

Il primo personal computer mai realizzato è italiano, l’Olivetti Programma 101. Costava più di 3000 € ai tempi e in realtà era un calcolatore elettronico. Tuttavia, non è forse quella la traduzione esatta della parola computer? Il design futuristico fu il fiore all’occhiello della ditta piemontese.

 

Ci piace. Una Revox A700 del 1973, un registratore analogico col nastro e le bobine color blu elettrico, prodotto in Svizzera.

 

L’antenata della mediastation: la Show’n Tell una televisione con incorporato un giradischi. In realtà la tv era un visore per immagini che illustravano ciò che il disco raccontava. Il vinile e i vari livelli grafici venivano venduti insieme e si muovevano contemporaneamente, per dare ai bambini le prime esperienze audiovisive interattive.

 

L’Atari non ha bisogno di presentazioni, solo di grande caccia al mercatino più vicino per accaparrarsene uno e mostrarlo agli amici con una certa superbia. Quello qui sopra è lo XEGS, compatibile con i giochi dell’Atari 8-bit.

 

L’Inter Conexion Red è un registratore a cassette degli anni 70 che poteva far suonare il nastro a varie velocità. Colorato e tondeggiante, faceva subito simpatia.

 

Oggi lo chiamano Skype, nel 1971 invece era il CNET Visiophone. Bastava un telefono collegato a uno schermo ed era fatta la videochiamata. Con un design di quelli che ti aspetti nei film di James Bond con Sean Connery. Veniva usato soprattutto negli uffici di aziende con un discreto capitale.

 

Nonostante non sia un Casio, questo Akai è il precursore degli smart watch. Fa di tutto: calcolatrice, suoni, giochini ed è pure figo. Tom Yorke ne vorrebbe uno.

 

Nel 1981, se eri un videogiocatore avresti dato un rene per possedere il futuro, cioè la mini console di Tron per poterci fare partite infinite a casa.

 

Direttamente da Sposerò Simon le Bon, il telefono rosa della Swatch, che aveva il monopolio degli orologi colorati e dei gadget pop negli anni 80.

 

Diciamo che il Watchman, evoluzione dello Walkman, sempre Sony, è anche l’antenato dello  smartphone. Certo, manca il telefono, ma è poca cosa rispetto alla possibilità di ascoltare la radio e guardare la televisione dovunque si vuole. Uno strumento di pura fantascienza.

 

 

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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