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Come invogliare la gente alla lettura se gli ebook costano 16 euro?

Nei giorni della pandemia siamo diventati tutti estremamente più vulnerabili fisicamente e poveri materialmente. Le aziende, certo, ma soprattutto i singoli, le persone fisiche. Sul finire di aprile, per l’AGCOM e alcuni politici, sembrava fosse importantissimo chiudere i canali Telegram che smerciavano copie digitali di quotidiani, ebook, musica e film. I pirati colpiti ma non affondati, perché i pirati non affondano mai (e meno male), le persone fisiche colpite nel loro diritto al divertimento e all’intrattenimento, sempre più elitario, sempre più caro. 

Qui potrebbe aprirsi un dibattito di quelli lunghi una vita, ma è chiaro che il costo delle opere faccia propendere molti verso l’illegale, specie quando sono due mesi che più di mezza Italia non lavora né guadagna e l’offerta televisiva generalista è di quelle da convocare il consiglio di amministrazione di Rai e Mediaset e farlo vergognare. Se abbiamo bisogno di una proposta culturale un po’ più dignitosa o variegata, ci spostiamo verso lo streaming, e lì ce n’è per ogni tasca: film, serie tv, documentari, musica, teatro, concerti, contenuti gratuiti, noleggiabili o pagabili a rate tramite abbonamento.

“Se scorre il sangue” di S. King su Amazon

Per i libri la cosa si complica, perché i prezzi di quelli cartacei sono molto alti, e pure gli ebook non scherzano. Qualche esempio: è uscito il nuovo di Stephen King, una raccolta di racconti intitolata Se scorre il sangue, prezzo del libro con copertina rigida: 20,80 €, prezzo dell’ebook: 15,99 €. I costi di produzione tra un libro e un file sono di certo diversi, ma magari è un discorso di novità, il prezzo è molto alto perché è l’ultima opera uscita. No, anche il precedente di SK costa 15,99 €.

“Se scorre il sangue” di S. King su Feltrinelli

Andiamo a fare un giro su Amazon: Gli ebook del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien costano 15, 99 €, quelli di Elena Ferrante della serie Amica geniale, , costano minimo 11,99 €, e potremmo continuare all’infinito. La riflessione è la seguente: non sarebbe opportuno tenere dei prezzi etici per un prodotto che non ha costi di riproduzione e viene pagato 4 euro in meno di un libro rilegato? Non sarebbe molto interessante se chi compra il cartaceo avesse in regalo l’ebook, come succede con alcuni vinili che regalano l’mp3 del disco? Come si pensa sia possibile invogliare una nazione che non legge a farlo, legalmente, se un file arriva a costare 16 euro? Non rendiamo la cultura elitaria, altrimenti crolla tutto. La cultura è popolare per definizione, e i mancati introiti delle case editrici nei mesi di lockdown non dovrebbero ricadere così facilmente sui clienti.

 

Simone Stefanini

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