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Un pianeta ad aria condizionata, chi paga il conto del global warming

Il futuro della terra è in mano a due lobby contrapposte, una ha dominato per quasi due secoli, l’altra cerca spazio da qualche decennio. La lobby dei combustibili fossili è stata finora la più conveniente, la più redditizia, quella portatrice di ricchezza e benessere per tutti. Chi la sostiene non crede alla teoria dell’innalzamento delle temperature a causa dell’attività dell’uomo e rivendica il diritto a bruciare carbone e usare il petrolio, in nome della modernità. Tuttavia il benessere generato dall’uso incondizionato delle risorse fossili, con tutti i derivati di plastica e chimica, è stato finora il più vantaggioso solo perché nel bilancio dei costi e dei benefici non sono mai stati inclusi i danni dell’inquinamento, i danni all’ambiente e alla salute delle persone.

La nuova lobby che si sta formando e sta cercando spazio è quella dell’economia green, dell’economia circolare, dove ogni scarto diventa alimento di qualcos’altro, come avviene in natura, in nome di una nuova modernità che rispetta l’ambiente. Chi la sostiene non vuole fare solo rinunce, ma chiede di includere nel bilancio tutti i fattori, perché solo guardando il pianeta nel suo complesso si può vedere che il green conviene a tutti. Questa visione può far migliorare le città e far prosperare le popolazioni grazie alla tecnologia e al sostegno delle persone. Spostare i guadagni dal fossile al green è possibile però solo con l’appoggio della politica, a tutti i livelli e per questo servono le persone.

Lo scontro tra la lobby del petrolio e quella del green è raccontato ad Antonio Cianciullo nel libro Un pianeta ad aria condizionata (Aboca edizioni).

In tutto ciò il ruolo dei governi è importante per garantire la solidarietà necessaria per consentire a tutti di godere dei vantaggi di una riconversione green. Nell’uso dei fossili, infatti, si è finiti con l’arricchire un piccolo gruppo di persone generando l’inquinamento e i problemi climatici che colpiscono soprattutto i più poveri. In questa situazione, chi non ha i soldi per pulirsi l’aria che respira, l’acqua e gli alimenti rischia di ammalarsi. Il clima diventa instabile e chi non può difendersi rischia di perdere tutto con un acquazzone.

La solidarietà, ci spiega l’autore del libro Antonio Cianciullo, è possibile se si introduce la regola base “chi inquina paga“, perché è solo così, conteggiando tutti i pro e i contro, che si possono trovare le risorse finanziarie per spostare l’economia verso il paradigma circolare del green.

Spesso, leggendo, sembrano casi estremi, eventi lontani, ma ormai sono anche casi italiani: alluvioni, gelate, inondazioni, colpi di calore. Tutto il mondo è sulla stessa barca, Greta, Kyoto, Parigi, Madrid, Bolsonaro, Trump, Salvini… C’è chi rema verso il nuovo e chi rema contro e tu da che parte stai?

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Giulio Pons

Ingegnere del software, ha superato i quaranta ed è un papà felice. Vive internet come la normalità. Ha fondato Rockit.it e Dailybest.it e lavora a Better Days come programmatore e responsabile dell'area tecnologica.

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