Musica

Al Milano Latin Festival riscoprendo la pasión

di Carlotta Fiandaca e Pietro Raimondi

 

Al Milano Latin Festival ci vai se sei latino, sudamericano, oppure se sei innamorato di qualcuno, di qualcosa, della musica, della vita, del ballo.

Al Milano Latin Festival la “presa bene” è collettiva, totale e generale, il calore dell’estate qui si sente di più, è amplificato dai suoni, dagli odori e dai colori.

Il Festival dura due mesi, dal 14 giugno al 18 agosto, siamo alla quarta edizione, che ha registrato un successo strepitoso anche grazie agli artisti che si sono esibiti e si esibiranno su questo palco muy caliente. Punto di ritrovo per una intera comunità, numerosa, sorridente, sexy e sensuale, il Milano Latin Festival dedica ogni settimana a una zona dell’America Centrale e del Sudamerica, c’è stata la settimana di Cuba e di Puerto Rico, Perù e Argentina; ci sarà quella della Repubblica Dominicana e altre ancora.

Assago se calienta soprattutto con le musiche e i suoni latino-caraibici, che ormai ogni estate, dominano comunque gli ascolti, i download e tutti i record dei record.

Da lontano si vedono luci colorate e si intravede il Cristo Redentor, riproduzione fedele e piccolina di quello sulla montagna del Corcovado e domina e veglia sulla città e sulla baia di Rio de Janeiro; il panorama è un tantino diverso, con la scritta del centro commerciale sullo sfondo, ma il messaggio c’è, e quel Cristo è come un faro. Andiamo tutti lì, perché è proprio sotto quel Cristo che si sono esibiti e ancora si esibiranno alcuni tra i migliori artisti della scena latina.

 

È sotto quel Cristo che abbiamo visto “El Conejo Malo”, Bad Bunny, e Ozuna, “El Negrito Claro”, a un giorno di distanza uno dall’altro, davanti a un pubblico letteralmente in delirio. Entrambi sold out, siamo felicissimi per loro.

Bad Bunny, el conejo malo, il coniglio cattivo, è un giovane puertoricano, vero nome Benito Antonio Martínez Ocasio, oggi per tutti re indiscusso della trap latina e del reggaeton in tutto il mondo. Fonte di ispirazione per molti artisti (anche italiani), Bad Bunny vanta singoli e collaborazioni di tutto rispetto ed è uno tra gli artisti più influenti della scena latina e internazionale. Inconfondibile la sua voce così grave, inimitabile il suo timbro; il suo flow e il suo stile sono accattivanti, i suoi testi sono duri y soavi, intriganti, estremamente sexy.

Il concerto è uno spettacolo che incendia: Bad Bunny non si risparmia e senza sosta spara a cannone, uno dopo l’altro, tutti i suoi più grandi successi, sia quelli che ha firmato da solo sia i grandi featuring che lo hanno consacrato re della latin trap: “Soy Peor”, “Diles”, “Vuelve”, “Si tu novio te deja sola”, “Majores”, “Krippy Kush”, “Sensualidad”. E poco importa se i featuring (Farruko, Becky G, J Balvin e Daddy Yankee per dirne alcuni) non sono tutti lì; lui è talmente grande che occupa anche lo spazio di chi non c’è e che sta solo sulla base.

Amore, sesso, amore per la vita, lottare, combattere: di questo canta il coniglio, su basi che ti prendono il cuore e il corpo e che a stare fermi non si riesce. Un’ora e venti di live filato senza interruzioni con il coniglio che letteralmente salta da una parte all’altra del palco, circondato da ballerine bellissime e bravissime.

 

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Bad Bunny dà spettacolo e strega tutti, latini e italiani, in un concerto potente,  emozionante, dove la trap e il rap si fondono al reggaeton, dove i colori delle pelli si mescolano e si fondono in una sola voce che canta a squarciagola ogni singola strofa. Anche lui sembra commuoversi, è una star, eppure semplice, simpatico, originale, sicuramente unico. Dedica canzoni alla gente di Puerto Rico, a chi lavora per mantenere la famiglia, a chi insegue i propri sogni e non si arrende mai. “Ballate, godete, disfrutate della vita e di questa canzone”. Racconta un mondo latino pieno di sole, amore, amanti: c’è forse altro di più importante?

Con le sue canzoni e il suo modo di stare sul palco incendia gli animi e la carne, e la situazione se calienta, si balla, si canta, si twerka, si suda. La maggior parte della gente è connessa e sta telefonando a casa, a Cuba, in Costa Rica, a Santo Domingo, per far vedere questo grande spettacolo a chi sta oltre l’Oceano.

Bad Bunny scende tra la gente a cantare, fa fotografie, firma autografi. Lui è così, come nelle sue canzoni, duro e morbido, capace di entrarti nel cuore con i suoi testi e di farti emozionare con le sue musiche e la sua voce, calda e inimitabile. L’amore del pubblico è indescrivibile, il pubblico è esso stesso parte di questo bellissimo spettacolo; ci sono moltissime ragazze e ci sono anche Guè Pequeño e Sfera Ebbasta, disfrutando lo spettacolo, ulteriore piccola dimostrazione, se necessaria, della grandezza del coniglio.

 

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Fuochi d’artificio, sensualità e tanto amore anche per Ozuna; anche lui è una celebrità. Le ragazze, che sono tantissime, sono in delirio totale, grandi sorrisi e ballare e ballare.

Ozuna è una pop star, la sua catena enorme brilla tanto da a fare la gibigiana quando le luci la incontrano. C’è persino una band che suona dal vivo sulla base, batteria, chitarra e tastiere. I visuals sono in pieno gusto latino, con animazioni 3D di giganteschi fiori o lucchetti d’oro. Anche El Negrito Claro parla, dedica canzoni nazione per nazione a tutti i latini en la casa e a todas las mujeres.

Alcuni pezzi sono davvero travolgenti, tutti cantano, tutti ballano, molte ragazze twerkano. Si fatica a sentire il live per le grida. È puro reggaeton: “Te botè”, “Unica”, “Criminal”, con Natti Natasha (che però non c’era), “Siguelo Bailando”. La struttura delle canzoni è totalmente piegata, adattata al bisogno primario di coinvolgersi, muoversi e sudarsi un po’ addosso in questa sera estiva fortunatamente ventilata: strofa, ritornello, strofa, ritornello, poi ritornello senza batteria e infine ancora tu ta tu ta tu a fare l’ultimo ritornello carico di reggaeton. Poi, sui pezzi d’amore/d’accendino, come “Una Flor” e “El Farsante”, telefoni accesi illuminano a giorno la pista e ancora si chiama chi è lontano e vorremmo vicino, in questo momento, durante questo concerto.

 

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A dimostrare che la presa bene è universale, finiamo il live di Ozuna con uno shot di Tequila offerto da un gruppo di ragazzi italiani, iniziando dalle lezioni di ballo sono arrivati fino a qui. Li inivitiamo al MI AMI Festival; sorrisoni, e via a mangiare qualche churrito. Meno male che ci sono i latinos a ricordare cosa vuol dire essere vivi ed essere calienti a questa afosa Milano.

Al Milano Latin Festival ci vai se sei latino, sudamericano, o se sei innamorato.

Al Milano Latin Festival secondo noi ci devi andare.

 

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