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Chi sono gli operai a cui Lo stato sociale ha dedicato il pezzo a Sanremo?

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Dopo il loro esordio sul palco del Festival di Sanremo, i ragazzi de Lo stato sociale (di cui è appena uscito il primo Best of intitolato Primati) tornano a far parlare della loro performance. Anche questa volta la band bolognese ha portato sul palco dell’Ariston la coppia danzante Paddy & Nico, ma sembra che per la terza serata a Sanremo, Lo stato sociale abbia voluto dirci qualcosa di più: tutti i componenti della band si sono presentati sul palco con un nome proprio attaccato alla giacca. Dietro questi nomi ci sono cinque operai della FIATDomenico Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella, Massimo Napolitano e Roberto Fabbricatore, protagonisti di una delle notizie più controverse inerenti il mondo del lavoro. I cinque operai sono stati licenziati nell’ormai lontano 20 giugno 2014 a seguito di una manifestazione in cui venne impiccato un manichino di Marchionne  al fine di denunciare il suicidio della metalmeccanica Maria Baratto. Una storia orribile che merita un approfondimento.

 

Tre dei cinque cassintegrati Fiat

 

A fine settembre 2016 la Corte di Nola ha dichiarato illegittimo il licenziamento dei cinque manifestanti, imponendo la reintegrazione di tutti all’interno della FIAT. Purtroppo la storia di questi cinque lavoratori non è ancora finita, ed è ciò su cui i ragazzi de Lo stato sociale vogliono farci riflettere: tutti i protagonisti di questa controversa vicenda sono effettivamente stati reintegrati e percepiscono da diversi mesi lo stipendio pieno, ma nessuno di loro è stato effettivamente reinserito in azienda. Domenico, Marco, Antonio, Massimo e Roberto non sono autorizzati dalla FIAT a riprendere il loro posto nella filiera e sono quindi costretti a vivere una vita in vacanza.

 

Dal profilo Facebook della band possiamo leggere una dichiarazione che chiarisce una volta per tutte cosa ha significato per Lo stato sociale portare Una vita in vacanza al Festival: “Domenico Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella, Massimo Napolitano e Roberto Fabbricatore, operai Fiat di Pomigliano d’Arco. Sono questi i cinque nomi che sono saliti con noi sul palco dell’Ariston. La loro storia è solo uno dei tanti esempi di come il lavoro in questo paese pesi sulle vite delle persone, troppo spesso degradando la loro dignità. Abbiamo pensato che un brano il cui tema è quello del lavoro, seppur con leggerezza, potesse planare su un argomento sensibile e centrale per tutti noi. La speranza e il desiderio sono quelli che il futuro più prossimo possa portare ad un’inversione di rotta nelle politiche che da troppi anni non consentono di poter cercare la propria felicità e realizzazione attraverso il lavoro. La dedica è per tutti i lavoratori, i disoccupati, i precari, i cassaintegrati e chiunque ambisca a poter vivere una vita in vacanza, non forzata. Felicemente“.

 

Matteo Scotini

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