Più volte ho manifestato la mia preferenza in fatto di band che hanno fatto parte della scena grunge e gira e rigira, alla fine i preferiti sono sempre gli Smashing Pumpkins di sua maestà William Patrick Corgan detto Billy. La cosa curiosa è che la band di Chicago, di grunge ha ben poco: atmosfere ricercate, voce melodica e sguaiata che si rompe quando serve, assoli di chitarra, tastiere, atmosfere gotiche e simil pop oppure psichedeliche, oscure, figlie della new wave imparentata con lo shoegaze. Insomma, altra declinazione rispetto ai maglioni sdruciti e al punk. Roba più chic, radical o meno.
Visti nel 1995 e poi ieri, 23 anni dopo. È tutto cambiato, quello finito ieri è stato il tour della reunion tra Corgan, il chitarrista, compositore e cantante James Iha e il batterista Jimmy Chamberlain. La grande assente è D’Arcy, la storica biondissima bassista, che sembra sublimata per tutta la durata dello show (3 ore, non noccioline) dalla musa che appare al fianco di Corgan nei visual, bellissimi tra l’altro. Nota stonata la sua assenza? Nì. Cioè: dispiace, certo, ma per questo tour, gli Smashing Pumpkins hanno messo su una band che non perde mai un colpo, grazie all’apporto di James Schroeder alla chitarra (super), Katie Cole alle tastiere e Jack Bates al basso.
Tre ore, dicevamo, che iniziano alle 21 dopo una band di viking metal della quale facevamo pure a meno ma non si può sempre avere tutto ciò che si vuole. Parte un video che mostra tutte le icone degli SP accompagnato dalla musica di Mellon Collie and the Infinite Sadness, applausi e poi un miracolo: Billy Corgan spunta dai drappeggi neri con la chitarra acustica, saluta il pubblico estasiato e suona, in perfetta solitudine, Disarm. Dietro, un video che lo ritrae da piccolo. Basterebbe questo a farci felici, ma non è che l’antipasto. Entrano tutti, James Iha si capisce che sarà il mattatore della serata, infatti al microfono parla quasi solo lui e sembra proprio felice.
Che vi devo dire, guadate la setlist e immaginatevi tutti questi pezzi suonati bene e cantati da 14mila fan col cuore gonfio, intervallati dal video-presentatore Mark McGrath (ex Sugar Ray) che intrattiene i presenti:
Non c’è molto da aggiungere, tutto perfetto compresa la scelta bizzarra delle cover (Stairway to Heaven cantata da Billy? Poteva essere un WTF e invece, anche grazie a San Corgan portato in processione tra il pubblico, ha avuto il suo perché). Un concerto incantevole che ci rimarrà in testa per tanto tempo, e sognare male non fa. Non è sterile nostalgia, è musica bella, penso ci sia sempre una significativa differenza.
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