Il plenum straordinario del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha eletto Pasquale D’Ascola nuovo Primo Presidente della Corte di Cassazione, con una votazione estremamente combattuta che ha visto prevalere il magistrato calabrese per un solo voto sul suo sfidante, Stefano Mogini.
La designazione di D’Ascola segna un passaggio importante per la Suprema Corte, che tra pochi giorni vedrà il pensionamento di Margherita Cassano, prima donna a ricoprire tale incarico.
Elezione al fotofinish per il nuovo Primo Presidente della Cassazione
L’esito della votazione ha visto D’Ascola ottenere 14 preferenze contro le 13 di Mogini, segretario generale della Cassazione, in un’assemblea praticamente divisa a metà. Fondamentale è stato il voto del togato laico di Italia Viva, Ernesto Carbone, mentre cinque membri del CSM si sono astenuti: la presidente uscente Cassano, il procuratore generale Pino Gaeta, il vicepresidente del CSM Fabio Pinelli, e i togati indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda. Questi ultimi hanno motivato la loro astensione come forma di protesta contro il sistema delle nomine previsto dal Testo unico della dirigenza, definito “riproporre all’infinito le logiche degli accordi”.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che presiede il CSM, non ha partecipato alla votazione, sottolineando come questa scelta sia “consueta e non una norma”, ricordando di aver votato una sola volta in passato, proprio nell’elezione di Margherita Cassano. Il Capo dello Stato ha auspicato che il Consiglio continui a operare con “tempestività e trasparenza”, fondando le decisioni su criteri oggettivi e super partes, al di sopra di divisioni di natura politica o di schieramento.
Nato a Reggio Calabria 67 anni fa e veronese d’adozione, Pasquale D’Ascola è sposato e padre di due figli. La sua carriera si è sviluppata tra Verona e Roma: dal 1983 al 1992 ha ricoperto ruoli di pretore e giudice presso il Tribunale di Verona, per poi entrare nel 2007 all’Ufficio del Massimario a Roma. Successivamente è stato consigliere della Seconda Sezione Civile della Cassazione e componente delle Sezioni Unite Civili. Nel marzo 2018 è diventato il più giovane presidente di sezione della Cassazione e nel 2023 è stato nominato presidente aggiunto della Corte.

È una figura riconosciuta per la sua vicinanza alla corrente progressista di Area e ha raccolto quattro dei sei voti della Quinta Commissione, quella competente sugli incarichi direttivi. Prima della votazione, il vicepresidente del CSM Fabio Pinelli ha invitato a non interpretare la presenza di due candidati come segno di divisione o fragilità, bensì come naturale espressione di “fisiologia istituzionale” e legittima pluralità di opinioni propria degli organi di garanzia nelle democrazie liberali.
Durante la seduta, il Presidente Mattarella ha voluto elogiare la presidente uscente Margherita Cassano, riconoscendole di aver incarnato “l’irrinunciabile stato di autonomia e indipendenza della giurisdizione rispetto a ogni altro potere, nello spirito dei valori fondamentali della nostra Costituzione”. Ha inoltre espresso la sua fiducia nel nuovo presidente, convinto che la sua competenza giuridica e la lunga esperienza gli permetteranno di guidare efficacemente la Corte di Cassazione.
Mattarella ha auspicato che D’Ascola rappresenti un punto di riferimento anche all’interno del CSM e del comitato di presidenza, auspicando che i lavori siano improntati a un confronto leale e a un dibattito sereno, sempre con l’obiettivo di tutelare l’interesse istituzionale. L’elezione di Pasquale D’Ascola rappresenta dunque una tappa cruciale per la giurisdizione suprema italiana, segnando un passaggio di testimone che conferma la centralità della Corte di Cassazione nel garantire la legalità e l’equilibrio tra i poteri dello Stato.