Le elezioni amministrative che si svolgeranno il 25 e il 26 maggio 2025 sollevano un campanello d’allarme significativo per il panorama politico italiano.
La Commissione parlamentare Antimafia ha reso noto che ben 23 candidati sono stati classificati come “impresentabili” secondo il codice di autoregolamentazione delle candidature. Questo codice, approvato dalla Commissione stessa, rappresenta un tentativo di garantire maggiore trasparenza e integrità in un momento in cui la fiducia dei cittadini verso le istituzioni è già sotto pressione.
Antimafia, 23 “impresentabili” alle prossime elezioni amministrative
La Commissione ha esteso i suoi controlli a tutte le liste elettorali dei capoluoghi di provincia, a tutti i comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e a quei comuni che hanno subito lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Questi criteri, adottati anche nelle precedenti tornate elettorali, segnalano un impegno costante nel monitorare e prevenire la presenza di figure coinvolte in attività criminose all’interno delle istituzioni locali.
Un caso particolare riguarda le elezioni di Genova, dove non sono stati individuati candidati impresentabili. Tuttavia, in altre città, come Taranto, sono stati segnalati cinque candidati problematici. La presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione e di continuare a richiedere liste pulite, affinché i cittadini possano scegliere rappresentanti che non solo siano in grado di amministrare, ma che lo facciano con onestà e trasparenza.
Il termine “impresentabile” ha un peso particolare in un contesto italiano segnato da scandali e infiltrazioni mafiose. Non si tratta solo di una questione di etichetta, ma di garantire che chi ricopre ruoli pubblici non sia legato in alcun modo a organizzazioni criminali. La presenza di candidati con trascorsi problematici può minare la fiducia dei cittadini, già scossa da anni di corruzione e malaffare. Questo problema è particolarmente acuto in alcune regioni del Sud Italia, dove la mafia ha una presenza storicamente radicata e dove le elezioni rappresentano un terreno di scontro tra legalità e illegalità.

L’allerta della Commissione Antimafia non è solo una questione di numeri; rappresenta un appello a tutti i partiti politici affinché adottino un approccio più scrupoloso nella selezione dei loro candidati. La politica deve dimostrare di essere in grado di rigenerarsi, di rinnovarsi e di combattere attivamente contro le infiltrazioni mafiose, piuttosto che semplicemente reagire a posteriori. L’adozione di misure preventive è fondamentale per costruire una democrazia più robusta e meno vulnerabile alle pressioni esterne.
La Commissione Antimafia, attraverso il suo lavoro, si propone non solo di segnalare le anomalie, ma anche di promuovere una cultura politica che escluda ogni forma di collusione con il crimine organizzato. La speranza è che la società civile si mobiliti per sostenere questo processo, contribuendo a costruire un futuro in cui le elezioni siano realmente un momento di scelta consapevole e non un’occasione per perpetuare pratiche disoneste.