Le inchieste giudiziarie su amministratori locali di diversi schieramenti stanno scuotendo il panorama politico italiano a pochi mesi dalle elezioni regionali. Da Milano a Palermo, passando per Torino, Genova, Venezia e altre città, le indagini coinvolgono sindaci e assessori, mettendo a rischio alleanze e strategie elettorali in vista del voto.
Le indagini su sindaci e assessori in vista delle regionali
A Milano, il sindaco Beppe Sala ha deciso di proseguire il suo mandato nonostante l’indagine aperta a suo carico nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica. Le accuse principali sono di false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone e di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità. Parallelamente, l’assessore dimissionario alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, è stato sottoposto a misura cautelare agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, induzione indebita e falso. Questi sviluppi hanno provocato tensioni all’interno della maggioranza, influenzando il clima politico cittadino.
Anche Torino si trova ad affrontare una crisi politica legata a un’inchiesta giudiziaria. La Procura ha concluso le indagini sul caso Reare, società operante nel settore della vigilanza e sicurezza, con otto indagati tra cui figurano esponenti del Partito Democratico come il deputato Mauro Laus, l’assessore comunale allo Sport e Grandi Eventi Mimmo Carretta e la presidente del consiglio comunale Maria Grazia Grippo. Inoltre, Paolo Mazzoleni, assessore all’Urbanistica del Comune di Torino, è indagato a Milano in un’altra inchiesta sempre legata a questioni urbanistiche.
In Liguria, l’attenzione è puntata sulla sindaca di Genova, Silvia Salis, coinvolta in un’indagine per corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio insieme all’ex assessore comunale alla Protezione Civile, Sergio Gambino di Fratelli d’Italia. Un anno fa, l’ex governatore Giovanni Toti era stato arrestato con l’accusa di corruzione, un episodio che continua a influenzare la politica regionale ligure.

In Veneto, la situazione è particolarmente delicata per il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per il quale la Procura ha richiesto il rinvio a giudizio insieme ad altri 33 indagati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Palude”. Si ipotizza un sistema di corruzione legato alle attività del Comune, con l’ex assessore alla Mobilità Renato Boraso agli arresti domiciliari per le stesse accuse.
Anche nel Centro e Sud Italia emergono casi di rilievo. A Prato, l’ex sindaca Ilaria Bugetti è indagata per un presunto scambio di favori con l’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci, mentre nelle Marche l’ex sindaco di Pesaro e candidato del Pd alla presidenza regionale, Matteo Ricci, ha ricevuto un avviso di garanzia per un’indagine sulle presunte irregolarità negli affidi comunali.
In Campania, la situazione è ulteriormente aggravata dall’arresto in flagranza lo scorso 21 maggio dell’ex sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, accusato di aver intascato una “mazzetta” da un imprenditore. Coppola si trova già in carcere e il 15 luglio gli è stata notificata una nuova misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità nell’assegnazione degli appalti pubblici nel comune costiero.
Le numerose inchieste che coinvolgono esponenti di primo piano dei partiti politici, sia di centrodestra che di centrosinistra, stanno creando forti tensioni negli equilibri delle coalizioni locali e regionali. In vista delle elezioni regionali del prossimo autunno, la credibilità dei candidati e la tenuta delle alleanze sono messe a dura prova, con possibili ripercussioni sui risultati elettorali e sulla governance futura. Le forze politiche si trovano così a dover gestire non solo le sfide elettorali ma anche le conseguenze giudiziarie che rischiano di influenzare in maniera decisiva il consenso degli elettori.