Manca meno di un mese all’apertura ufficiale della campagna elettorale per le elezioni regionali 2025, in programma il 28 e 29 settembre, ma la coalizione di centrodestra si trova ancora in forte difficoltà nel trovare accordi sui candidati nelle tre regioni chiave: Veneto, Campania e Puglia.
Le trattative tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si sono arenate e solo un nuovo incontro previsto per giovedì potrebbe portare novità, anche se cresce lo scetticismo su una soluzione definitiva.
Crisi del centrodestra in Veneto: la possibile candidatura di Carlo Nordio
Il Veneto rappresenta la sfida più complessa per la coalizione guidata da Giorgia Meloni. La Lega rivendica il diritto di indicare il successore di Luca Zaia, governatore uscente impossibilitato a ricandidarsi, e insiste sulla possibilità che Zaia stesso presenti una lista autonoma a suo nome. Tuttavia, Fratelli d’Italia, oggi primo partito in regione, si oppone a questa ipotesi temendo che una lista Zaia possa sottrarre voti al centrodestra unito.
Giorgia Meloni e Antonio Tajani sembrano disposti a lasciare la scelta del candidato alla Lega per garantire continuità, come avvenuto nelle Marche e in Calabria, ma non accettano il rischio di una lista parallela. La minaccia leghista di correre da sola ha finora bloccato le ambizioni di FdI di proporre un proprio nome.
Un possibile punto di convergenza potrebbe essere il ministro della Giustizia Carlo Nordio, figura di compromesso apprezzata sia dalla Lega sia da Fratelli d’Italia. Questa soluzione, tuttavia, comporterebbe un rimpasto del governo, che Meloni vorrebbe evitare, anche se potrebbe rappresentare il male minore in assenza di alternative valide. Fonti interne riferiscono che la premier starebbe attendendo l’esito delle elezioni nelle Marche, dove corre il candidato FdI Francesco Acquaroli, prima di prendere una decisione definitiva sul Veneto.
Anche in Campania la situazione non è meno complicata. Dopo lunghe discussioni, il centrodestra sembra orientato a puntare su un candidato civico per sostituire Vincenzo De Luca, anche lui impossibilitato a ricandidarsi. L’ipotesi di una candidatura del viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli (FdI) si è raffreddata nelle ultime settimane. La scelta di un civico rappresenta un compromesso tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, entrambi riluttanti a lasciare il campo libero all’alleato.
Tra i nomi che circolano figurano Giosy Romano, presidente della Zes Unica del Mezzogiorno, capace di attrarre anche elettori di centrosinistra, e il prefetto di Napoli Michele Di Bari. Non è esclusa neppure la candidatura di Mara Carfagna, esponente di Noi Moderati, che resta in gioco per un ruolo importante nella competizione.

In Puglia, le trattative appaiono meno infuocate ma comunque in una fase di stallo, in attesa che Antonio Decaro, popolarissimo ex sindaco di Bari e possibile candidato del centrosinistra, sciolga le riserve sulla sua discesa in campo. La sua indecisione ha creato incertezza anche tra le forze di centrodestra, che aspirano a un candidato forte per sfidare Emiliano.
I tre partiti principali del centrodestra rivendicano la possibilità di proporre il loro nome: Fratelli d’Italia punta su Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute; Forza Italia ha avanzato la candidatura di Mauro d’Attis, coordinatore regionale; mentre la Lega preferirebbe un candidato civico. Al momento, nessuna candidatura sembra prevalere nettamente e il quadro resta aperto.
Mentre le tensioni maggiori si concentrano sulle tre regioni sopra citate, nelle altre regioni al voto la situazione appare più lineare. In Toscana, le trattative per il centrodestra sembrano ben avviate con il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi (FdI), pronto a sfidare il governatore uscente Eugenio Giani (PD) nelle elezioni del 12 e 13 ottobre.
Nei territori dove si punta sulla continuità amministrativa, come Marche e Calabria, i governatori uscenti Francesco Acquaroli (FdI) e Roberto Occhiuto (Forza Italia) sono stati confermati come candidati. Questi appuntamenti elettorali saranno importanti non solo per la loro valenza locale, ma anche perché potrebbero influenzare le decisioni strategiche sulle candidature nelle regioni più contese.