Il Consiglio dei Ministri italiano ha preso una decisione di grande rilevanza, decidendo di impugnare alla Corte Costituzionale la legge approvata dalla Provincia autonoma di Trento.
Questa legge, che innalza il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia da due a tre, ha acceso un intenso dibattito politico e giuridico. La riunione, tenutasi a Palazzo Chigi, ha visto un vivace confronto tra i membri del governo, con posizioni contrastanti, in particolare tra i rappresentanti della Lega, partito che storicamente sostiene l’autonomia delle province a statuto speciale.
Cdm contro la Provincia di Trento per la legge sul terzo mandato
La legge impugnata, approvata dal Consiglio provinciale del Trentino Alto Adige il 9 aprile, modifica la legge elettorale provinciale del 2003. Presentata dal capogruppo della Lega, Mirko Bisesti, il provvedimento ha ottenuto 19 voti favorevoli e 16 contrari, rivelando le divisioni all’interno della maggioranza. Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, potrebbe così ricandidarsi per un terzo mandato nel 2028, contravvenendo alla normativa nazionale che prevede un limite di due mandati consecutivi per i governatori. Le ripercussioni politiche di questa modifica sono state immediate, causando fratture all’interno del gruppo locale di Fratelli d’Italia.
La decisione del Consiglio provinciale di Trento è avvenuta in un contesto delicato, coincidente con la dichiarazione di incostituzionalità di una legge simile in Campania, che avrebbe permesso al presidente regionale Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato. La Corte ha riconosciuto la peculiarità delle province a statuto speciale, come il Trentino-Alto Adige, che gode di maggiore autonomia rispetto alle regioni a statuto ordinario. Il Consiglio dei Ministri ha quindi deciso di impugnare la legge trentina, sostenendo che essa contrasta con i principi stabiliti dalla legislazione nazionale.

Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha descritto l’impugnazione del governo come “un atto istituzionale molto pesante” contro le prerogative dell’autonomia trentina. Secondo Fugatti, la legge non solo rappresenta un’opportunità per la sua rielezione, ma è anche un’espressione della volontà del popolo trentino di autodeterminarsi. Dall’altro lato, la Lega ha manifestato il proprio disappunto, affermando che l’impugnativa è una scelta politica che va contro i principi di autonomia.
Oltre all’impugnativa sulla legge del terzo mandato, il Consiglio dei Ministri ha discusso altri argomenti di rilevanza, come il disegno di legge delega sui Livelli essenziali di assistenza (Lep), un tema cruciale nel dibattito politico attuale. È stato inoltre approvato il decreto legge Infrastrutture, considerato strategico per accelerare la realizzazione di opere fondamentali per il Paese, tra cui investimenti per i Gran Premi di Formula 1 a Monza e Imola.
Questa vicenda non si limita a una questione giuridica, ma mette in luce le tensioni politiche e le diverse visioni riguardo all’autonomia regionale in Italia. Le province a statuto speciale, come il Trentino-Alto Adige, si trovano al centro di un dibattito che coinvolge il futuro del rapporto tra le autonomie locali e lo Stato centrale. Le decisioni che verranno prese dalla Corte Costituzionale avranno ripercussioni significative non solo per il Trentino, ma per l’intero sistema delle autonomie in Italia.