Una giornata cruciale per la ricerca della pace in Ucraina si apre oggi alla Casa Bianca, dove il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, accoglierà prima il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e, successivamente, i capi di governo europei della coalizione dei Volenterosi, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni.
L’incontro ha l’obiettivo di definire una strategia comune per avviare un negoziato diretto tra Kiev e Mosca già nel corso del weekend.
Il vertice alla Casa Bianca: tra Zelensky, i leader europei e la strategia Usa
Dopo il recente summit tra Trump e Vladimir Putin ad Anchorage, Alaska, la Casa Bianca si conferma luogo chiave per i tentativi di mediazione del conflitto ucraino. Donald Trump ha ribadito la sua posizione con un post su Truth, affermando che “il presidente Zelenskyy può porre fine alla guerra con la Russia quasi immediatamente, se lo desidera, oppure può continuare a combattere”.L’ex presidente Usa ha inoltre escluso un ritorno alla situazione dell’epoca Obama, quando la Crimea fu annessa dalla Russia senza spargimento di sangue, e ha sottolineato la contrarietà all’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Queste affermazioni evidenziano la forte pressione che verrà esercitata su Zelensky per accettare concessioni territoriali, come richiesto da Putin durante il summit in Alaska.
Il clima è teso, soprattutto considerando il precedente incontro tra i due leader nello Studio Ovale, che aveva lasciato Zelensky in una posizione di evidente difficoltà. Tra i temi caldi che Trump discuterà con il presidente ucraino e i leader europei, spicca la questione dello status post-bellico di Kiev: una posizione di neutralità, fuori dall’Alleanza Atlantica, ma sotto la protezione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Questa formula, proposta inizialmente dall’Italia, è stata accettata dal Cremlino ed è vista come una sorta di equivalente all’articolo 5 del trattato NATO, che garantisce la difesa collettiva.
Fonti vicine all’amministrazione americana indicano che Trump è determinato a far convergere Zelensky e i Paesi Volenterosi verso un accordo definitivo, con l’obiettivo di organizzare già venerdì un vertice trilaterale tra Stati Uniti, Russia e Ucraina. Mentre la diplomazia accelera, il conflitto sul terreno non dà tregua. Nella notte, le forze russe hanno lanciato un massiccio attacco missilistico e con droni, utilizzando quattro missili balistici Iskander-M e circa 140 droni, inclusi i droni kamikaze Shahed. Molti di questi sono stati intercettati, ma le località colpite sono numerose e comprendono Donetsk, Sumy, Dnipropetrovsk, Odessa e Kiev.

Il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, ha confermato la morte di sette persone nella sua città, tra cui una bambina di soli 18 mesi. A Zaporizhzhia si contano altri decessi e sei feriti, tra cui due bambini. L’Unicef ha reso noto che solo a luglio almeno 10 minori sono stati uccisi e 61 feriti, denunciando l’azione deliberata della Russia contro la popolazione civile. Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, ha duramente criticato la strategia di Mosca, affermando che “la Russia continua a uccidere civili in modo intenzionale” e che “Putin preferisce bombardare le città pacifiche piuttosto che accettare un cessate il fuoco”.
Parallelamente a quanto accade in Ucraina, sul fronte interno russo continuano a emergere notizie di incidenti e presunti attentati. Il bilancio delle vittime dell’incendio in una fabbrica di Lesnoy, nella regione di Ryazan, è salito a 20 morti e 134 feriti secondo l’agenzia Interfax. L’intelligence russa, tramite l’FSB, ha annunciato di aver sventato un attacco terroristico sul Ponte di Crimea, attribuito ai servizi segreti ucraini. Secondo una nota diffusa dall’FSB e rilanciata dall’agenzia Tass, un veicolo contenente un ordigno esplosivo artigianale ad alta potenza sarebbe entrato in Russia provenendo dall’Ucraina, transitando attraverso più Paesi.