Una vera e propria rivoluzione nel trattamento del diabete si sta affermando in Italia con l’introduzione dell’insulina settimanale, una terapia innovativa che promette di migliorare significativamente la qualità della vita di oltre 4 milioni di persone affette da questa malattia cronica.
Dopo l’approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), questa nuova modalità di somministrazione sta per essere adottata su larga scala nel nostro Paese, rappresentando un cambiamento epocale rispetto alla tradizionale terapia insulinica quotidiana.
L’insulina settimanale: un cambiamento storico per i diabetici italiani
Per chi convive con il diabete, la routine quotidiana fatta di iniezioni multiple rappresenta spesso un ostacolo non solo fisico ma anche psicologico e sociale. L’insulina settimanale consente di passare da 365 a sole 52 somministrazioni annuali, con un impatto diretto sulla semplificazione della gestione della malattia e sull’aderenza terapeutica. Come evidenziato dal professor Angelo Avogaro, Presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid), si tratta di una svolta epocale che migliora la stabilità d’azione del farmaco e la qualità di vita, soprattutto per gli anziani con diabete di tipo 2, i quali rappresentano circa il 30% dei pazienti che si sottopongono a iniezioni quotidiane.

La nuova formulazione è un’insulina basale ad azione prolungata, somministrata generalmente prima di coricarsi, che mantiene la glicemia stabile durante la notte e nei periodi interprandiali. Gli studi clinici di fase 3 hanno dimostrato come questa terapia riduca efficacemente i livelli di HbA1c, migliorando il controllo glicemico rispetto all’insulina basale giornaliera.
Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha definito l’arrivo dell’insulina settimanale un “progresso concreto”, frutto della collaborazione tra istituzioni, industria farmaceutica e comunità scientifica. Questo nuovo approccio terapeutico non solo rappresenta un vantaggio pratico ma anche un importante passo verso la sostenibilità ambientale, diminuendo significativamente la produzione di rifiuti sanitari e l’impatto delle plastiche.
In Italia, il diabete interessa circa il 6% della popolazione, con quasi 1,5 milioni di casi non ancora diagnosticati. L’onere economico per il Servizio Sanitario Nazionale è stimato intorno ai 20 miliardi di euro annui, tra costi diretti e indiretti. La somministrazione quotidiana di insulina, oltre a rappresentare un impegno oneroso per i pazienti, contribuisce a incrementare i costi sanitari e logistici.
La Società Italiana di Diabetologia e la Fondazione Diabete Ricerca, sotto la guida di Raffaella Buzzetti, recentemente nominata presidente nazionale della Sid e prima donna a ricoprire questo incarico nella storia dell’associazione, stanno promuovendo campagne di sensibilizzazione e formazione per ottimizzare l’accesso a questa innovazione terapeutica. La prevenzione rimane un tema centrale: come sottolineato da Avogaro, è necessario incrementare gli investimenti in educazione alimentare e attività fisica per contrastare i fattori di rischio quali sedentarietà, sovrappeso e familiarità.
Raffaella Buzzetti, docente di Endocrinologia e responsabile dell’Unità di Diabetologia presso il Policlinico Umberto I di Roma, ha ribadito l’urgenza di garantire un accesso rapido e omogeneo su tutto il territorio nazionale, superando le disparità regionali nell’assistenza diabetologica. Il telemonitoraggio e la medicina di prossimità sono strumenti chiave per migliorare la gestione della malattia, soprattutto in un contesto in cui le malattie croniche non trasmissibili rappresentano una sfida crescente per la sanità pubblica.
L’approvazione europea e il prossimo via libera dell’Aifa per l’insulina settimanale segnano solo l’inizio di un percorso che potrebbe rivoluzionare ulteriormente la terapia del diabete. Il professor Avogaro anticipa la prossima frontiera: l’insulina per via orale, attualmente in fase di sviluppo da parte delle grandi industrie farmaceutiche, che potrebbe eliminare definitivamente la necessità delle iniezioni.