Importanti novità riguardano la Carta del Docente, con il riconoscimento del diritto anche al personale docente precario con contratto part time.
Recenti pronunce giurisprudenziali hanno infatti ribadito l’estensione del beneficio economico previsto dalla legge n. 107/2015 anche a chi svolge attività didattica con contratti a tempo determinato e orario ridotto, smantellando così precedenti interpretazioni restrittive.
La vicenda del docente precario part time e il riconoscimento del beneficio
Un caso emblematico riguarda un docente assunto con contratto a tempo determinato per almeno 180 giorni e impiegato con un orario pari o superiore al 50% della cattedra. Inizialmente gli era stata negata la Carta elettronica del Docente, strumento economico che consente al personale scolastico di accedere a risorse per la formazione e l’aggiornamento professionale. Tuttavia, il tribunale ha accolto il ricorso, riconoscendo il diritto al beneficio economico previsto dall’articolo 1, comma 121, della legge 107/2015.
La sentenza n. 10579/2025 emessa dal Tribunale di Roma il 23 ottobre 2025 conferma un orientamento già espresso da altre sedi giudiziarie. In particolare, la sezione lavoro del Tribunale di Venezia, con la sentenza n. 301/2024 del 9 maggio 2024, aveva stabilito che il part time non impedisce ai docenti a tempo indeterminato di accedere alla Carta del Docente. Inoltre, la sentenza n. 978/2025 del Tribunale di Nola dell’8 maggio 2025 ha ulteriormente consolidato questo principio, estendendo di fatto la tutela anche al personale con contratto a termine.
Nel motivare la decisione, il tribunale romano ha sottolineato l’importanza di tutelare il principio di non discriminazione tra docenti a tempo indeterminato e precari, anche in regime di part time. Per garantire la fruizione della Carta del Docente, è stato stabilito che il beneficio spetti a chi presta servizio per un minimo di 9 ore settimanali su un totale di 18 ore ordinarie per la scuola secondaria, o 12 ore su 24 nell’ambito della scuola primaria e dell’infanzia.
Questa soglia, che corrisponde al 50% dell’orario di cattedra, rappresenta un criterio oggettivo per l’estensione del diritto, evitando disparità di trattamento tra personale docente con situazioni contrattuali differenti ma con un impegno lavorativo analogo.

La decisione del Tribunale di Roma si inserisce in un quadro normativo che negli ultimi anni ha visto una crescente attenzione al riconoscimento dei diritti del personale scolastico precario. La sentenza della Suprema Corte n. 29961/2023 ha infatti disposto la disapplicazione di norme interne contrastanti con i principi comunitari, aprendo la strada a un’applicazione più inclusiva del beneficio economico.
Di conseguenza, per il docente in questione, ancora in servizio nel sistema scolastico, è stato riconosciuto il diritto a ricevere 500 euro annui tramite la Carta del Docente, da impiegare per attività di formazione e aggiornamento professionale. Tale somma rappresenta un supporto fondamentale per il miglioramento continuo delle competenze, anche per chi opera con contratti precari e orari ridotti.
Queste pronunce segnano un punto di svolta nella tutela dei diritti del personale docente, evidenziando come il sistema giuridico stia progressivamente allineandosi alle esigenze di equità e parità di trattamento tra lavoratori con diverse tipologie contrattuali nel settore dell’istruzione.

