La carenza di docenti di sostegno nelle scuole del Nord Italia raggiunge livelli preoccupanti. Solo una minima parte dei posti disponibili è stata effettivamente coperta, creando un quadro di difficoltà che interessa soprattutto alcune province lombarde e del Nord-Est.
Il fenomeno emerge chiaramente anche osservando i dati relativi alla cosiddetta Mini-Call veloce, l’ultima procedura autorizzata per l’assunzione a tempo determinato con finalità di ruolo, riservata agli aspiranti docenti di sostegno.
La Mini-Call veloce: uno strumento in via di estinzione
La Mini-Call veloce per l’anno scolastico 2025/26, regolata dal decreto ministeriale n. 111/2024, rappresenta l’ultima opportunità per le nomine a tempo determinato finalizzate al ruolo nelle province con posti vacanti. Questa procedura si svolge dopo le assunzioni ordinarie da concorso e dalle Graduatorie ad Esaurimento (GaE), nonché dopo la fase straordinaria di scorrimento delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS). A partire dal prossimo anno scolastico, infatti, le assunzioni saranno effettuate esclusivamente tramite concorsi e GaE, escludendo del tutto questa modalità di reclutamento.
Nonostante l’importanza della Mini-Call veloce, i dati del 2025/26 mostrano un quadro estremamente preoccupante. Su un totale di 6.834 posti disponibili nella scuola primaria, ben 5.746 rimangono vacanti, con meno di 1.100 assunzioni effettive. Questo indica un tasso di copertura estremamente basso, che mette in evidenza la scarsa attrattività di molte province del Nord per i docenti di sostegno.
Se si prende come esempio Milano, capoluogo lombardo, soltanto il 12% dei posti disponibili (su 1.353) è stato coperto, un dato che riflette la difficoltà nel reperire candidati interessati. Ancora più critiche risultano alcune province: a Trieste si registra un tasso di copertura pari a zero, con nessun posto su 27 assegnato; Alessandria copre soltanto un posto su 113; Sondrio uno su 66; Biella uno su 55; mentre Vicenza raggiunge appena il 3,72%. Questi numeri mostrano come in molte zone del Nord la mancanza di candidati si traduca in una consistente quantità di posti di sostegno non coperti, con possibili ripercussioni sul diritto all’istruzione degli studenti con bisogni educativi speciali.
All’interno del Nord Italia, solo alcune regioni riescono a mostrare un risultato più positivo. L’Emilia Romagna, ad esempio, si conferma una delle regioni più attrattive per le assunzioni di docenti di sostegno. Nelle province di questa regione, Modena spicca per aver coperto il 100% dei posti disponibili, mentre Imperia raggiunge il 40% e Torino il 22%. Al contrario, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia si confermano tra le aree meno attrattive, evidenziando un problema strutturale nella distribuzione del personale docente specializzato.

Mentre la Toscana si distingue positivamente, raggiungendo il 100% di copertura dei posti per docenti di sostegno, la Liguria non riesce a emergere come destinazione preferita per gli insegnanti. Questo divario mette in luce come la capacità delle diverse regioni di attrarre e trattenere i docenti di sostegno sia estremamente variabile e legata a fattori territoriali, organizzativi e forse anche economici.
L’andamento disomogeneo tra regioni del Nord rappresenta una sfida importante per il sistema scolastico italiano, soprattutto in un momento in cui la domanda di personale specializzato cresce e l’offerta sembra non riuscire a soddisfarla. La prossima eliminazione della Mini-Call veloce come strumento di reclutamento potrebbe accentuare ulteriormente tali difficoltà, richiedendo strategie più efficaci e mirate per incentivare l’ingresso e la permanenza dei docenti di sostegno nelle province con più gravi carenze.
La situazione attuale indica dunque una profonda crisi nel reclutamento dei docenti di sostegno al Nord, con oltre 5mila posti vacanti che rischiano di compromettere la qualità dell’inclusione scolastica. Continuare a monitorare e intervenire su questo tema sarà fondamentale per assicurare a tutti gli studenti un percorso educativo pienamente supportato.