Il progressivo calo demografico previsto nei prossimi vent’anni impone una profonda trasformazione strutturale al sistema scolastico italiano.
È quanto emerge dal recente studio pubblicato dall’Indire dal titolo “Anticipare per governare il cambiamento. Il Sistema di Istruzione e Formazione di fronte alle sfide del cambiamento generazionale”. Questo documento offre una visione innovativa e concreta per affrontare le nuove sfide educative derivanti dalla diminuzione degli studenti e dall’aumento del rischio di dispersione scolastica.
Una nuova organizzazione della scuola: da edificio isolato a rete educativa diffusa
I ricercatori dell’Indire evidenziano come i tradizionali modelli organizzativi scolastici mostrino limiti crescenti di fronte alla riduzione del numero degli alunni. Per questo motivo, si prospetta una scuola che si sviluppi come un vero e proprio ecosistema educativo, distribuito su più territori e Comuni, superando il concetto di una singola “scuola edificio”.
L’idea guida prevede la creazione di una rete educativa estesa e interconnessa, in cui le sedi scolastiche si trasformino in centri civici multifunzionali. Questi “school point” diventeranno hub aperti alla comunità, offrendo spazi modulari destinati a laboratori, attività di collaborazione pubblico-privata, servizi personalizzati di supporto per l’apprendimento, l’orientamento e il benessere degli studenti. Inoltre, saranno punti strategici per il riconoscimento delle competenze, anche non formali e rivolte agli adulti, oltre a spazi per attività extrascolastiche e servizi di salute e benessere.
La rete scolastica del domani si articolerà in diverse sedi specializzate, ciascuna con funzioni specifiche. La proposta di Indire prevede la presenza di hub disciplinari e laboratoriali, centri dedicati all’innovazione metodologica e punti focali per il riconoscimento delle competenze, con spazi dedicati anche a iniziative intergenerazionali.

Un elemento centrale della riorganizzazione riguarda il corpo docente. Si delineano due categorie di insegnanti: i docenti core, che avranno assegnazioni stabili presso le scuole polo o gli school point garantendo continuità didattica e curricolare, e i docenti itineranti, specialisti disciplinari o metodologici che opereranno su più sedi, in presenza o tramite modalità a distanza. Questi ultimi saranno fondamentali per rispondere ai bisogni educativi specifici e per supportare percorsi modulari e attività laboratoriali.
Accanto a queste figure, si affermeranno anche i cosiddetti tutor di prossimità, professionisti con competenze certificate per il supporto didattico, l’innovazione metodologica e la facilitazione dell’apprendimento in contesti multiciclo e minigrade, rispondendo così alle esigenze di una scuola sempre più complessa e diversificata. La trasformazione del sistema scolastico sarà accompagnata da un modello di governance inclusivo e paritario, che coinvolgerà attivamente soggetti pubblici e privati. Università, fondazioni, imprese, cooperative e startup educative saranno chiamate a consolidare le alleanze già presenti sul territorio e a sviluppare nuove sinergie funzionali al potenziamento dei servizi educativi e sociali.
Questa visione si allinea strettamente con le Indicazioni Nazionali del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) per il 2025, che promuovono una “scuola comunità educante”, aperta al territorio e capace di valorizzare la partecipazione di tutte le generazioni, incluso il ruolo degli anziani come tutor e mentor.
Il percorso delineato dall’Indire rappresenta dunque una risposta articolata e innovativa alle sfide poste dal calo demografico, ponendo al centro della riflessione il superamento di modelli scolastici tradizionali e l’adozione di un sistema più flessibile, interconnesso e inclusivo. Resta da vedere in che misura questa trasformazione potrà essere effettivamente realizzata e sostenuta nel tempo, ma il tema è ormai imprescindibile per il futuro della scuola italiana.