È in corso un nuovo confronto sul sistema di accesso alla facoltà di Medicina in Italia, dopo che il Ministero dell’Università ha manifestato la disponibilità a rivedere alcune parti della recente riforma senza però tornare ai tradizionali test d’ingresso.
Anna Maria Bernini, Ministra con delega all’Università e alla Ricerca, ha illustrato le possibili modifiche durante un incontro con il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), confermando un approccio pragmatico volto a migliorare il percorso di ammissione senza abbandonare il modello del semestre filtro.
Il tavolo permanente per la riforma dell’accesso a Medicina
La Ministra Bernini ha annunciato l’istituzione di un tavolo di confronto permanente per monitorare e perfezionare il sistema di ammissione alla facoltà di Medicina, promettendo un dialogo costante con gli studenti e le università. La riforma, introdotta nello scorso anno accademico, ha spostato il tradizionale test d’ingresso a un modello basato su un semestre filtro che prevede il superamento di esami propedeutici (Chimica, Biologia e Fisica) per accedere ai corsi successivi.
Bernini ha escluso la possibilità di un ritorno ai test d’ingresso, ma ha proposto alcune modifiche operative per il semestre filtro già a partire dal prossimo anno: una riduzione del carico dei programmi d’esame, un’estensione della durata delle lezioni e un ampliamento degli intervalli tra la fine dei corsi e gli appelli d’esame. Questi interventi mirano a garantire un maggiore spazio alla didattica e a facilitare il percorso degli studenti all’interno del nuovo sistema.
Nonostante l’apertura al dialogo, la protesta degli studenti continua a farsi sentire con forza. Le principali sigle studentesche, tra cui l’Unione degli Universitari (UDU), l’ADI e la Primavera degli Studenti, contestano la riforma e definiscono il semestre filtro una soluzione inefficace e insufficiente a risolvere problemi strutturali come la carenza di personale sanitario e le difficoltà nell’accesso all’istruzione superiore.
Gli studenti chiedono l’abolizione del numero chiuso e del semestre filtro, sottolineando come questi meccanismi rappresentino un ostacolo al diritto allo studio e non affrontino le criticità del sistema sanitario nazionale. “Il fatto che a metà anno accademico non ci sia ancora una strategia chiara da parte del Ministero è motivo di preoccupazione,” hanno affermato in modo coordinato.

Le lezioni del semestre filtro sono iniziate a settembre 2025 e le prime prove d’esame si sono svolte a novembre e dicembre. I dati parziali evidenziano come solo il 22-23% degli studenti abbia superato le materie di Chimica e Biologia, mentre la percentuale di chi ha ottenuto un voto sufficiente in Fisica è stata ancora più bassa, intorno al 10-15%.
Il Ministero ha deciso di ammettere alla facoltà anche chi avrà superato almeno due esami, assegnando loro una sede universitaria e concedendo tempo fino al 28 febbraio, termine finale del semestre filtro, per recuperare eventuali debiti formativi. Bernini ha riconosciuto che Fisica è stata una prova particolarmente impegnativa e ha promesso un confronto con le università per valutare eventuali adattamenti, sempre nel rispetto dell’autonomia accademica.
Questo percorso di ammissione, ancora in fase di taratura, rappresenta una svolta nel sistema universitario italiano, con l’obiettivo di garantire più opportunità ai giovani e rispondere alle esigenze strutturali del sistema sanitario nazionale. Le modifiche in arrivo saranno decisive per il futuro di migliaia di aspiranti medici e per l’efficacia dell’intera riforma.
