L’istruzione italiana si prepara a un cambiamento profondo e vincolante con l’introduzione dei nuovi programmi scolastici che entreranno in vigore a partire dall’anno scolastico 2026/27.
Il Ministero dell’Istruzione, guidato da Giuseppe Valditara, ha ufficializzato le Nuove Indicazioni Nazionali elaborate con la supervisione della commissione tecnica presieduta da Loredana Perla. Si tratta di una revisione strategica e didattica senza precedenti, che impone ai Collegi docenti di ridefinire i curricoli scolastici in modo rigoroso e uniformato sull’intero territorio nazionale.
Nuove Indicazioni Nazionali: tre pilastri fondamentali
Le Nuove Indicazioni Nazionali si fondano su tre elementi prescrittivi imprescindibili per assicurare omogeneità e coerenza al sistema educativo italiano. Il primo è rappresentato dal Profilo dello studente con le competenze da conseguire obbligatoriamente al termine del percorso scolastico. Questi traguardi sono allineati agli standard europei e costituiscono un punto fermo, uguale per tutti gli studenti, indipendentemente dal contesto scolastico di riferimento.
Il secondo elemento riguarda gli obiettivi generali del processo formativo, che forniscono un quadro di riferimento per progettare l’attività didattica secondo criteri condivisi e coerenti con le finalità nazionali. Infine, il terzo elemento è rappresentato dagli obiettivi specifici di apprendimento, che diventano giuridicamente vincolanti per le scuole, con un impatto diretto sulla valutazione e sugli esami di Stato.
Questa riforma è in linea con quanto previsto dall’articolo 8 del Regolamento sull’Autonomia scolastica (D.P.R. 275/1999): lo Stato indica i risultati obbligatori da raggiungere, mentre i docenti mantengono la libertà di scegliere le strategie didattiche più efficaci per raggiungerli. Il nuovo quadro normativo definisce in modo stringente i contenuti e le competenze da acquisire disciplina per disciplina, superando approcci didattici più flessibili e discrezionali.

Italiano – Si sancisce il ritorno a una didattica rigorosa, con l’obbligo per le scuole di garantire che ogni studente sappia applicare le regole fondamentali della sintassi, padroneggiare le convenzioni ortografiche e saper riassumere testi semplici. Inoltre, la scrittura in corsivo e la capacità di organizzare un discorso attraverso una scaletta diventano obiettivi obbligatori. Ritorna anche l’impegno nella memorizzazione di poesie, non più un suggerimento ma un traguardo formativo imprescindibile.
Latino e Storia – Per la scuola secondaria di primo grado, l’attivazione del corso opzionale di Latino implica obiettivi precisi: riconoscere la radice latina delle parole italiane, comprendere gli elementi base della grammatica e interpretare testi semplici. In Storia, lo studente deve acquisire conoscenze solide sui fatti e i personaggi principali e imparare a esporle in modo chiaro e strutturato, sia oralmente che per iscritto. Alla scuola primaria è obbligatorio conoscere le civiltà del Mediterraneo e del Vicino Oriente, mentre alla secondaria si approfondiscono le trasformazioni storiche dell’Europa e dell’Italia fino ai giorni nostri.
Geografia e STEM – In Geografia, viene richiesto lo sviluppo di una “mappa mentale del pianeta”, con la capacità di localizzare Stati e città a livello nazionale, europeo e globale, oltre all’uso di strumenti tecnici come bussola e punti cardinali. Nel settore STEM, l’alunno deve dimostrare sicurezza nei calcoli scritti e mentali e nell’uso corretto di strumenti di disegno tecnico come riga, squadra e compasso. L’Informatica si afferma come disciplina scientifica, con particolare attenzione al coding e alla comprensione profonda dei processi digitali, non solo all’utilizzo pratico.
Arte, Musica e Educazione motoria – Le discipline espressive tornano alla dimensione tecnica e storica: per l’Arte occorre saper applicare tecniche specifiche come prospettiva e chiaroscuro, oltre a collocare le opere nel contesto storico. In Musica, oltre all’ascolto, diventa obbligatoria la partecipazione attiva a pratiche corali e di musica d’insieme, con la conoscenza della notazione musicale. L’Educazione motoria si amplia includendo conoscenze teoriche essenziali, con l’obbligo di trasmettere principi di igiene, sana alimentazione e sicurezza.
La riforma ridefinisce il ruolo del docente, che assume una funzione di Magister, ovvero guida autorevole del processo formativo. La normativa stabilisce con chiarezza gli obiettivi e le competenze da raggiungere, ma lascia ai docenti la libertà di scegliere i metodi didattici, i tempi e i contenuti specifici per realizzare questi traguardi. Si conferma così la centralità della professionalità dell’insegnante, che deve ora confrontarsi con un quadro più stringente ma anche più chiaro e strutturato.
