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Guida alle faccine di Facebook: come usare le reaction senza far incazzare nessuno

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Ieri su Facebook hanno tenuto banco due argomenti. Sul primo stendiamo un velo petaloso, il secondo invece rappresenta una novità epocale per tutti gli utenti del social network per eccellenza: il like, moderno metro di autostima, di successo e di fallimento, si è scisso come Gizmo coi Gremlins, per diventare 6 reazioni differenti.

Oltre al classico e canonico like, il cui potere appare ridimensionato, entrano in gioco il cuore, la faccia che ride tantissimo, quella che manifesta stuporone, quella che piange e quella incazzata nera. Se volete saperne di più sul loro funzionamento oggettivo, vi rimandiamo all’articolo di ieri. Oggi parliamo di quello soggettivo. Cioè di come sarebbe appropriato utilizzare le Facebook Reaction senza far danni.

 

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1) Fino a 2 giorni fa, contava solo il Like

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Fino all’altro ieri, il like era tutto. Le foto si postavano per farne incetta, ci si avviavano conversazioni private e tresche segretissime. Gli artisti capivano se erano seguiti, quanto e più dei loro colleghi, le band trovavano posti in cui suonare e i giovani blogger si sentivano arrivati. Questa scissione ridimensiona il pollice in su, che diventa un “Uhm, sì, ok.”. Praticamente il corrispettivo dello smile classico, che ormai si usa solo per troncare una conversazione senza passare da stronzi.  “Hai visto? Ho vinto i campionati di tiro al piccione!” – “:)”. Fine della storia.

 

2) Col cuoricino finiranno più storie che durante l’Erasmus

Il Love, mettetelo solo in situazioni protette, tipo: la prima foto del bambino dei vostri amici, il disco della band che più vi piace, il film o la serie tv che attendevate da anni. Robe così. Non vi azzardate ad apporlo alle foto di un fondoschiena femminile o di un manzo con gli addominali bene in vista. Lì si va subito a litigare. “Cioè, se quella meretrice è una tua amica, non potevi mettere il like? Dovevi per fora umiliarmi mettendo il cuoricino?”Le coppie scoppieranno come fabbriche di fuochi d’artificio abusive. Occhio.

 

3) La risatona usala per ridere, non per prendere per il culo

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Se uno dei vostri contatti è particolarmente simpatico, al posto del like è d’uopo usare la risatona, che significa “Zio m’hai fatto piegare”. Già sappiamo però che legioni d’incivili la useranno per schernire le disavventure quotidiane dei meno fortunati, un po’ come fa Nelson da più di 20 anni nei Simpson. “Stamattina me ne sono capitate di tutti i colori: mi hanno rubato in casa, il gatto è morto d’infarto e quando sono arrivati i carabinieri mi hanno trovato una canna in tasca”. Ecco, sotto questo status la faccetta “ha ha” non è proprio il caso, se non volete litigare tra amici.

 

4) Il Wow è un jolly che può ritorcersi contro di te

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“Domani mi sposo” scritto dall’impenitente amico latin lover si merita un Wow di approvazione stupita. Il la foto di nudo artistico, meglio di no. Tutti i cambiamenti di status positivi, tipo nuovo lavoro entusiasmante, nuova relazione d’amore puro, nuova casa fotonica valgono tutte un Wow. Le loro controparti negative, tipo licenziamento, divorzio o sfratto, meglio parlarne privatamente o al limite lasciare impressa un’emoji più triste, altrimenti uno potrebbe rispondere “Wow un cazzo” e farvici rimanere male.

 

5) Ci sono vari livelli di notizia triste e non tutte necessitano l’emoticon

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Fermo restando il fatto che se la vostra ex si mette insieme a uno, e voi accogliete la notizia con la faccina triste siete i più sfigati che abbiano mai calcato il suolo terrestre, non tutte le notizie tristi sono uguali. La scomparsa di uno famoso può essere accolta con la lacrimuccia, anzi è auspicabile, giacché i like sotto la morte di David Bowie suonavano sinistri. Se invece qualcuno che conosci usa il mezzo Facebook per annunciare un lutto personale o un fatto spiacevole nella vita reale, meglio lasciare un commento composto oppure contattare la persona in privato, piuttosto che utilizzare un cartone animato che piange.

 

6) Se non ti piace una notizia, ignorala invece di incazzarti

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Questa dovrebbe essere la legge quadro dei rapporti interpersonali su Facebook. Se non ti piace, non ti curar di loro ma guarda e passa. E invece imbastiamo rivoluzioni, creiamo battaglie, minacciamo di morte sconosciuti solo perché non la pensano come noi. Oltre alla stupidità di tale comportamento, ricordatevi che ogni reazione conta come un like, un’approvazione. Quindi se Salvini scrive “Basta mediorientali in Medio oriente, ruspa!” e voi invece siete intelligenti, non commentate. Se riempirete il suo Facebook di “Grrr” farete il suo gioco.

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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