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Sempre peggio: le reazioni dei social network al terremoto

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I fatti sono drammatici e crudissimi: alle 3:36 del 24 agosto, un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito il centro Italia. L’epicentro è stato rilevato tra i comuni di Amatrice, Accumoli (entrambi in provincia di Rieti) e Arquata del Tronto (in provincia di Ascoli Piceno). Al momento in cui scriviamo, le vittime accertate sono 241 e i danni incalcolabili: come dichiarato dal sindaco Sergio Pirozzi, “Amatrice non c’è più”. Questo quanto accaduto finora, con squadra di ricerca che continuano a lavorare, nella speranza sempre più flebile di recuperare sopravvissuti e con la volontà di trovare i corpi di tutte le vittime rimaste sotto le macerie.

Mentre tantissime persone si mettevano al lavoro concretamente nei luoghi del sisma, molte di più provavano a dare il proprio contributo dietro una tastiera, in tanti modi differenti. C’è chi fa girare numeri della protezione civile, chi invita a tenere aperte le reti wifi e chi fa elenchi di luoghi dove donare sangue, vestiti, beni di prima necessità. Accanto a loro, tantissimi altri che hanno scelto un’altra strada, in cui la volontà di aiutare o informare veniva sommersa da rumore, rancore o semplice ego.

La prima manifestazione di questo tipo ad apparire è stata probabilmente anche la peggiore, ovvero quella che cercava di strumentalizzare quanto accaduto a fini politici e con evidenti connotati razzisti. Ovvero: visto che lo stato italiano paga l’hotel ai migranti, anche gli sfollati devono avere diritto a una stanza, invece di una tendopoli. Una rivendicazione che parte da un presupposto falso (no, i migranti non stanno in albergo) e che fa bieco sciacallaggio per portare clic a uno di quei siti di finte news.

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Se pagine come Il Ribelle si mettono in prima linea e pubblicano a nastro notizie false e provocazioni di ogni tipo, è diverso il posizionamento di chi mette la propria faccia (e non solo) sui social e cerca di accalappiare like e commenti sfruttando l’hashtag terremoto. È il caso di tantissimi selfie-addicted, senza dimenticare le mezze celebrità come Andrea Melchiorre, ex corteggiatore di Uomini e Donne che pubblica un posato con prodotti del proprio brand di abbigliamento spacciandolo per una preghiera per il terremoto.

 

Sempre restando in ambito mezze celebrità, si segnalano anche Federica Torti anche Daniela Martani, diventata simbolo delle proteste contro Alitalia del 2009, transitata poi per il Grande Fratello e oggi attivista vegan. Proprio in questa veste Martani parla di karma in riferimento alla distruzione di Amatrice, città che ha dato il nome all’omonima pasta a base di guanciale.

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Non mancano poi le proposte in apparenza piene di buon senso, ma in realtà del tutto inutili. Come quella di Giorgia Meloni (e molti altri), che chiede che venga devoluto alle vittime del terremoto il jackpot del Superenalotto. Un’idea che piace molto online, tanto che sul sempre puntuale Change.org la relativa petizione viene firmata da oltre decine di migliaia di persone. Peccato che, come detto, sia una proposta campata in aria: il Superenalotto non è infatti gestito dallo Stato, ma da Sisal, un’azienda privata. Si chiede quindi a un’azienda di donare oltre 120 milioni di euro in beneficenza. Una richiesta che in fondo non è vietato portare avanti, ma senza farla passare per una pretesa nei confronti dello stato o del governo, che non c’entrano assolutamente nulla. Di nuovo: strumentalizzazione, sciacallaggio.

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Se volete riassumere in una sola persona due di questi filoni, ecco a voi Er Faina, sorta di commentatore-voce-del-popolo che su Facebook ha oltre 600mila fan.

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Se questi sono commenti e interventi di persone comuni o personaggi più o meno celebri, va detto che anche diverse testate giornalistiche non si sono tirate indietro. In ordine di tempo, le prime a essersi buttate su pezzi non proprio da Pulitzer sono stati Huffpost e Fanpage, che hanno pensato bene di far emergere risvolti più o meno esoterici legati al terremoto, parlando di “ora maledetta” e “ora del diavolo”.

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Un po’ la stessa cosa fatta dal quotidiano progressista Repubblica, che ha ben pensato di lasciar intendere che a Pescara del Tronto sia avvenuto un mezzo miracolo, visto che una statua della Madonna è stata risparmiata dai crolli.

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Marco Villa

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Marco Villa

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