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Assenzio ancora senza una definizione legale in Europa

Potete immaginare qualcosa di meno poetico di un anonimo impiegato del Parlamento Europeo che, dopo aver timbrato uno a uno un pacco di fogli li ripone nell’apposita cartellina che finisce nell’apposito raccoglitore che viene archiviato nell’apposito armadio?
Bene. Adesso pensate che quei fogli timbrati contengono (l’ennesimo) tentativo fallito da parte del Parlamento Europeo di definire legalmente “i distillati di erbe identificabili come assenzio”. Già, l’Assenzio, la “fatina verde”, la compagna di vita (e di delirio e di morte) dei poeti e degli artisti maledetti di fine ottocento. Quel liquido torbido e verdognolo in cui far sciogliere a poco a poco una zolletta di zucchero incendiata su un cucchiaino. Cose così, riti artistici, poesia a buon
mercato. Nel 2013 non c’è spazio per misteri o approssimazioni, bisogna che ci sia una legge e che tutti la rispettino. Ma per esserci una legge ci vuole qualcuno che la stili e la voti. Ci hanno provato, lì al parlamento Europeo, ma non ci sono riusciti.

Ebbene, con 409 pareri favorevoli, 19 astensioni e 247 voti contrari la definizione presentata non passa.

La definizione presentata da parte della Commissione Europea sarebbe stata basata sulla presenza di un contenuto minimo di tujone, sostanza da alcuni ritenuta responsabile di effetti simili al THC, e di anetolo, composto utilizzato per conferire alla bevanda l’aroma di anice.
Secondo la proposta, dovrebbero essere definiti come assenzio i distillati contenenti tra i 5 ed i 35 milligrammi di tujone per chilo, ma Paesi come la Germania vorrebbero che fossero definite come assenzio anche bevande prive di tujone, per evitare qualsiasi tipo di rischio per la salute. A ciò si aggiunge la volontà della Svizzera di rivendicare l’assenzio come specialità nazionale e di ottenere l’esclusiva della sua produzione. In Italia, l’assenzio era stato vietato nel 1931 ed in seguito legalizzato nel 1992.

Bisognerà riprovarci, abbassare i contenuti massimi di tujone permessi (o, per i soliti intransigenti, eliminarlo definitivamente). Il dibattito è aperto. La Burocrazia come nei peggiori incubi lavora e legifera inesorabile, senza alcun guizzo o palpito. D’altronde la Poesia è scomparsa dal mondo tempo fa. E anche Baudelaire e compagnia hanno smesso di rigirarsi nella tomba.

 

Stefano Disastro

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