Da un mese viviamo immersi nel calcio. I mondiali hanno monopolizzato interesse e discussioni, con buona pace di quelli che da pallone, rigori e fuorigioco si tengono ben lontani. Certo, è difficile spiegare loro perché ci si possa appassionare tanto a un gioco, con tutto il corollario di sofferenze, ansia, urla e disperazione. Difficile, ma non impossibile, perché in fondo il calcio non è altro che una riduzione in scala della vita. Non ci credete? Ve lo dimostriamo. Ecco perché il calcio è la perfetta metafora della vita
Perché dopo aver faticato e lottato fino allo stremo per tantissimo tempo, tutto può essere deciso da un attimo di distrazione.
Perché c’è sempre qualcuno che ti dice cosa va bene e cosa non va bene
Perché ogni volta che finisce una partita, non importa quanti gol tu abbia fatto, devi ricominciare dallo zero a zero. Purtroppo.
Perché ogni volta che finisce una partita, non importa quanti gol tu abbia subito, devi ricominciare dallo zero a zero. Per fortuna.
Perché c’è sempre qualcuno che critica quello che stai facendo, senza mai rischiare niente in prima persona.
Perché in certe giornate anche le cose più facili diventano impossibili
Perché quando sei impegnato a mille e ti senti invincibile, può arrivarti una batosta in grado di mandare all’aria tutti i tuoi piani
Perché alla fine il vero motivo per cui ti sbatti è sempre lo stesso: rimorchiare
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