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Classifica dei 20 peggiori motori delle auto in commercio: escluso il PureTech, ma citati due insospettabili italiani

La piattaforma carVertical, specializzata nei controlli sulle auto usate, ha recentemente pubblicato una lista dei 20 motori peggiori mai prodotti, suscitando un acceso dibattito tra gli appassionati e i professionisti del settore automobilistico. Curiosamente, nel report non figura il noto motore PureTech di Stellantis, nonostante i noti problemi di affidabilità legati alla cinghia in bagno d’olio, mentre sono presenti propulsori come il Fiat 1.3 MultiJet e l’Alfa Romeo 2.0 TwinSpark, motori che hanno fatto discutere per le loro criticità tecniche.

I motori più problematici: esclusioni e sorprese nella classifica carVertical

L’analisi di carVertical prende in esame una serie di motori che si sono distinti negativamente nel corso degli anni per problemi di usura, consumo e manutenzione onerosa. Tra questi, in fondo alla classifica, si trovano il 2.5 TDI V6 di Volkswagen e Audi (1997-2005), noto per la prematura usura degli alberi a camme, e l’1.8 TFSI degli stessi marchi (1997-2004), con evidenti problemi di consumo eccessivo di olio. Non mancano nemmeno il Skoda 1.2 HTP (2002-2007) e il Subaru 2.0D (2008-2020), entrambi con segnalazioni di malfunzionamenti ricorrenti.

Tra le sorprese della classifica figura l’assenza del motore PureTech, spesso criticato per la fragilità della sua cinghia di distribuzione, mentre invece è stato inserito il Fiat 1.3 MultiJet di prima generazione (2003-2009), anch’esso famoso per problemi di consumo d’olio e manutenzione complessa. Nella top 10 rientrano anche propulsori come l’Opel 2.2 16v Ecotec (2000-2006), l’Isuzu 3.0 V6 D-MAX (2002-oggi), il BMW/PSA Prince 1.6 (2006-oggi) e il noto BMW N63 4.4 Biturbo (2008-2012), motori che hanno avuto diffusione ampia ma con diversi problemi segnalati dagli utenti.

Alfa Romeo TwinSpark e Volkswagen TSI: problemi di catena e manutenzione

Tra le posizioni più critiche della classifica si segnala l’Alfa Romeo 2.0 TwinSpark 16v (1995-2010), un motore particolarmente esigente in termini di manutenzione, con la necessità di sostituire la cinghia di distribuzione ogni 56.000 km, soprattutto in presenza di olio di scarsa qualità o di un riscaldamento non graduale del motore. Questo dettaglio ha generato non poche difficoltà ai proprietari, rendendo oneroso e frequente l’intervento di manutenzione.

Non meno problematico è il Volkswagen 1.2 TSI (2011-oggi), che soffre di un’usura precoce e allungamento della catena di distribuzione, causando spesso rumori anomali e potenziali guasti costosi. Altri motori citati nella lista includono il Mazda 1.2 Renesis (2004-2012) e il BMW 2.0 (2007-2012), anch’essi con problematiche di affidabilità nel tempo.

Il podio dei motori peggiori: Volkswagen FSI al primo posto

Al vertice della classifica stilata da carVertical troviamo il motore Volkswagen 1.4/1.6 FSI (2001-2008), che nel tempo è passato da essere un propulsore apprezzato per l’efficienza a uno dei più problematici per via di una serie di difetti tecnici. Tra questi emergono i depositi di carbonio nel sistema di aspirazione e sulle valvole, sensori difettosi e costosi da sostituire, nonché problemi legati alla catena di distribuzione. Questi fattori hanno compromesso la reputazione di un motore che, all’epoca, rappresentava una delle soluzioni innovative del gruppo Volkswagen.

Al secondo posto si posiziona il Toyota 1.8 VVT-i (1995-2007), riconosciuto come uno dei propulsori meno affidabili della casa giapponese prima delle revisioni introdotte nel 2005. Infine, il terzo gradino del podio spetta al motore Nissan 1.5/1.8 (1999-2006), tristemente noto per un consumo d’olio eccessivo che ha compromesso la longevità e le prestazioni dei veicoli equipaggiati.

L’indagine di carVertical offre uno spaccato interessante sulle problematiche che hanno caratterizzato alcuni motori nel corso degli ultimi decenni, mettendo in evidenza come anche propulsori di marchi prestigiosi possano presentare criticità importanti. L’assenza del motore PureTech, molto discusso negli ultimi anni per problemi alla cinghia di distribuzione in bagno d’olio, rappresenta una scelta sorprendente che ha alimentato il dibattito tra esperti e appassionati.

La top 20 dei motori peggiori si conferma quindi un utile riferimento per chi cerca di orientarsi nel mercato dell’usato e vuole evitare problemi meccanici ricorrenti, invitando a una maggiore attenzione nella manutenzione e nella scelta del veicolo.

Roberto Torcolacci

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