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Confessa un omicidio sul blog Postsecret, Twitter e Reddit scatenano la caccia all’uomo

E’ una storia che ha dell’incredibile, eppure non si tratta di una bufala, a quanto pare. Probabilmente conoscete tutti il blog Postsecret, che pubblica ogni domenica delle cartoline (anonime) create e inviate dagli utenti per confessare i loro piccoli e grandi segreti. Si va da chi confida il proprio amore non corrisposto a chi ammette di aver tamponato l’auto del vicino, fino a chi cerca indulgenza per aver trasgredito la dieta. I collage, i disegni, gli aforismi e le opere inviate dagli utenti sono davvero molto graziosi, tanto che il blog negli anni ha spopolato, pubblicando anche diversi libri fotografici che raccoglievano i vari post.

Tutto è filato liscio fino a quando questa settimana qualcuno non ha inviato una cartolina inquietante: l’immagine raffigura una mappa scaricata da Google Earth, e il testo recita “Ho detto che lei mi ha scaricato, ma in realtà sono io che ho scaricato qui il suo cadavere”. Con tanto di freccia che puntava sul luogo preciso. Si potrebbe supporre che il fondatore del blog, Frank Warren, a questo punto abbia deciso di rivolgersi alla polizia, consegnando a loro la macabra cartolina. E invece no: ha deciso di postarla lo stesso sul sito ieri, e poi di rilanciarla su Twitter, nella speranza che grazie allo sforzo di tutti gli utenti qualcuno fosse in grado di identificare il luogo della mappa o di fornire qualche indizio su chi l’avesse inviata.

In meno di 24 ore la rete ha scatenato una caccia all’uomo e al luogo del delitto, che da Twitter si è spostata anche su Reddit. Proprio su quest’ultimo network qualcuno è riuscito a scoprire che si tratta di una campagna nei dintorni di Chicago, ma l’utente successivamente è stato bannato “per aver divulgato informazioni personali coperte dalla privacy” (si parla della privacy del presunto assassino, ovviamente). Al momento pare che la cartolina sia ancora in mano a Warren e non alla polizia, mentre la stampa ha cominciato a investigare sul caso. Per quanto tutta la faccenda sia parecchio discutibile, potremmo essere davanti al primo caso di omicidio risolto sul web grazie al crowdsourcing.

Marta Blumi Tripodi

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