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Ecco cosa succede a non bere alcool per due anni

 

Ma quanto beviamo in Italia? Secondo dati OCSE non è che in Italia siamo poi questi ubriaconi: consumiamo 6,1 litri di alcolici l’anno, soprattutto vino. In Francia per esempio ne consumano il doppio, 12 litri l’anno, in Germania 11, in Spagna 9,8. Ma non scherziamo, i dati possono anche essere questi, ma la realtà che sperimentiamo è ben diversa: siamo una generazione che beve, e non poco, e parlo soprattutto della fascia d’età 25-34 anni.

Per cui leggere storie come quella che ha raccontato Andy Boyle su Medium qualche giorno fa può farci solo bene. Cosa ha fatto Andy? Semplice: ha smesso di bere per due anni, e ha raccontato cosa è cambiato nella sua vita in un lungo pezzo, in cui oltre a ragguagliarci sulla perdita di peso – è passato da pesare 138 kg a pesarne 92 – dà anche una serie di spunti su cosa ha imparato smettendo di bere.

Vediamoli qui sotto

 

Andy Boyle ha smesso di bere per due anni: e le cose sono cambiate un bel po’

 

1 – Non devo bere per divertirmi

Spiega Andy che “Incredibile! Bevevo dai tempi delle superiori, e la maggior parte degli eventi della mia vita erano legati al berci sopra (…) ma sai una cosa? Le cose non è che smettano di succedere se non bevi! Sei sempre tu. Forse sono un po’ più inibito, ma è poi così terribile? E poi mi sono accorto di una cosa: quando vado in giro con gente che beve, e io non bevo, mi diverto uguale. E soprattutto mi ricordo quello che è accaduto“. Giusto.

 

2 – Ho molti meno rimpianti

Su questa penso che molti di noi siano d’accordo: “Da quando ho smesso di bere, ho maggior controllo delle mie azioni”. E se le azioni comprendono uno smartphone e una ex da sentire, è certamente un’ottima cosa. “Penso più prima di rispondere o scrivere a qualcuno. Se sono arrabbiato mi prendo il tempo di farmela passare, ed evito di reagire da stronzo. Bere aiutava il mio essere testa di cazzo a venire fuori con molta più facilità”. E anche qui siamo tutti d’accordo.

 

3 – Gli altri pensavano fossi pazzo

Andy racconta di quanti amici, amiche o potenziali ragazze non abbiano capito la sua decisione: e siano scomparsi.”Ho amici che da quando ho smesso di bere sono spariti (…) È assurdo. Ma ti fa capire quanto sia sbagliata la relazione che in tanti hanno con il bere”. Banale, ma si vede che non erano amici.

 

 

4 – Dormo meglio

Be’, questa è la scienza a dirlo, non solo Andy.

 

5 – Sono meno triste

Questo è il classico circolo vizioso: sei triste? Bevi per tirarti su, ma è una sciocchezza, perché il down poi ti fa stare ancora peggio di quanto stavi prima, e allora che fai? Ricominci a bere, e via così finché qualcosa non spezza la catena. Dice Andy che “Non so se ho mai sofferto di depressione, ma mi capitava di sentirmi molto giù, volermene stare chiuso in casa, senza vedere nessuno, per un motivo solo, mi odiavo (…) adesso invece è come se avessi girato un interruttore nel cervello: invece di fissarmi sui lati negativi, cerco sempre di vedere il lato positivo in tutto“.

 

6 – Ho sviluppato empatia verso gli altri

Andy racconta di un tizio che l’aveva quasi investito in macchina, e non pago, era anche ripartito mandandolo affanculo. Carino no? Pochi giorni prima, dice Andy “Il vecchio me probabilmente avrebbe scattato una foto o fatto un video, e l’avrebbe messo online scrivendo “Hey, guardate questo stronzo che mi ha quasi investito!”.”. Oggi invece Andy dice di essere diventato paziente ed empatico, e sopporta, provando a capire che cosa abbia portato quel guidatore ad agire così.

 

7 – Risparmio un sacco di soldi

Ok, quello lo sappiamo anche noi. Ma grazie comunque di ricordarcelo Andy.

 

8 – Mi stanco prima

Questa è un po’ controintuitiva: racconta Andy che un tempo bere era il carburante di nottate infinite e albe tirate insieme agli amici. Ora dice che raramente va a letto dopo le 23.

 

9 – Sono diventato incredibilmente produttivo

“Se non passi la maggior parte del tuo tempo al bar, fai un mucchio di cose in più“. Vale ovviamente anche se si beve in casa, ovvio, “Leggo di più, scrivo di più, imparo di più“.

 

 

Gabriele Ferraresi

Lavoratore intellettuale salariato

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