15 anni dopo parlare di Genova e Carlo Giuliani è ancora tabù

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20 luglio 2001 – 20 luglio 2016: sono passati 15 anni dal G8 del 2001 e dall’uccisione di Carlo Giuliani per mano del carabiniere Mario Placanica, e dell’irruzione delle forze dell’ordine nella caserma di Bolzaneto e nella scuola Diaz. Un giorno impresso nella memoria collettiva diventato simbolo di violenza, sopruso e devastazione e che a 15 anni di distanza non smette di generare polemiche e scontri, seppur solo verbali e online.

È infatti di poche ore fa la notizia di un fatto di cronaca che può sembrare trascurabile, ma che trascurabile non è: la rimozione del post su Facebook di Michele Rech, il fumettista Zerocalcare, riguardo la commemorazione  di Carlo Giuliani.

 

Il post di Zerocalcare, seguito dal suo commento

 

Questa era la locandina dell’evento commemorativo che ha provocato una tempesta di segnalazioni a Facebook, con conseguente rimozione del post da parte del social network. Nel frattempo, sul profilo di Zerocalcare si era scatenata una reazione violentissima, come si può vedere da questi commenti, ritagliati e condivisi dallo stesso fumettista.

 

La serie di commenti sotto il post di Zerocalcare

 

La prima riflessione sulla vicenda è la strana politica di Facebook in materia di segnalazioni, cioè il fatto che se un post viene segnalato in massa, gli addetti alla sorveglianza lo oscurano di default, per poi eseguire in seguito un controllo approfondito sul post incriminato. Una prassi che dà adito a operazioni di squadrismo digitale in grado di far censurare contenuti di qualsiasi tipo, solo grazie a una massiva azione di segnalazione organizzata, come in questo caso.

Ci rifiutiamo infatti di credere che gli ammiratori del lavoro di Zerocalcare, da sempre schierato e impegnato politicamente (basti pensare all’ultimo libro Kobane Calling, scritto dopo un viaggio in Siria durante la guerra), possano stupirsi della posizione di Zerocalcare nei confronti di quanto accaduto a Genova e dell’uccisione di Carlo Giuliani.

 

Zerocalcare e il G8 di Genova, tratto dal fumetto “Ogni maledetto lunedì”

 

Al di là della faccenda Facebook, ciò che appare davvero inquietante è che a distanza di 15 anni Genova, gli scontri del G8 e la morte di Carlo Giuliani sono una faccenda tutt’altro che chiusa. Una questione aperta e dolorosa, che continua a essere mantenuta viva da fatti come il verdetto di pochi giorni fa, in cui gli agenti sospettati di aver agito in modo violento nella retata alla scuola Diaz sono stati sanzionati dal capo della Polizia con un’ammenda di 47 €.

L’ennesimo fatto di una serie infinita, cominciata 15 anni fa con gli scontri e l’uccisione di Carlo Giuliani e continuata poche ore dopo con l’assalto alla Diaz. Ore e giorni durante i quali l’Italia ha smesso di essere un paese civile e i cui strascichi continuano a vedersi ancora oggi con una giustizia in ritardo e spesso imbarazzante nei suoi esiti finali. 

Il risultato è un’opinione pubblica che su questi fatti continua ad attaccarsi e insultarsi nello stesso identico modo da 15 anni. Per quanto ci riguarda, basta davvero poco per capire qual è la parte giusta. Basta guardare i pochi secondi di questo video, in cui un poliziotto, con il cadavere di Carlo Giuliani ancora a terra, cerca di addossare la responsabilità dell’omicidio a un manifestante a caso, affermando che è stato lui ad averlo ucciso con il sasso. 15 anni dopo, bastano 15 secondi per capire il comportamento della Polizia e delle autorità in quei giorni.

 

 

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