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“Gli hipster sono tutti uguali”: ragazzo protesta per l’uso della sua foto, ma non era lui

Ci sono notizie migliori delle altre, non c’è alcun dubbio. Questa, ad esempio, è eccezionale: il MIT Technology Review ha scritto una un articolo dettagliato dal titolo L’effetto hipster: perché gli anticonformisti finiscono per somigliarsi tutti. È interessante, vi consigliamo di leggerlo con attenzione, però questo è solo l’incipit della storia.

Come immagine di copertina dell’articolo, è stata usata una foto dell’archivio Getty Images che ritrae un ragazzo con camicia fashion/70s/boscaiolo, papalina di lana in testa, barba e sguardo tipico del “non me ne frega niente”. Un tipico hipster per come lo intende la comunità, un po’ artista, un po’ trasandato, fondamentalmente icona di un look che ha preso piede in tutto il mondo. Non siamo ancora arrivati alla linea comica. Eccola.

Un lettore imbestialito ha scritto alla rivista: “La vostra mancanza di etica giornalistica nel modo in cui avete riportato queste assurdità non accreditate e l’uso diffamatorio della mia foto usata senza permesso, esigono una risposta e, naturalmente, sto perseguendo un’azione legale nei vostri confronti.”

Caspita, proprio il ragazzo della foto. Ma è possibile che sia entrato a far parte dell’archivio Getty senza esserne al corrente?

 

Subito i redattori si sono attivati per risolvere la questione, che sembrava si basasse su un fatto abbastanza comico di per sé: un hipster che vuole denunciare un giornale che l’ha chiamato hipster. In realtà, chi ha editato il pezzo sa benissimo che la foto è stata usata in pieno accordo con l’agenzia che l’ha venduta, quindi il direttore creativo della testata si è rifiutato di cedere ai ricatti del lettore arrabbiato.

Dopo aver scritto direttamente a Getty Images per avere il nominativo del modello usato nella foto, quelli di MT Technology Review hanno avuto la conferma che non fosse lo stesso che aveva protestato. Allora hanno risposto all’hipster arrabbiato e lui ha chiosato la figura di guano con: “Oh, penso abbiate ragione, non sono io.”

Noi, osservatori di questo piccato fraintendimento, abbiamo riso molto.

[via]

Simone Stefanini

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