Nella città di Los Angeles c’è un ragazzino che va a lavorare con suo papà. Cioè non è proprio lì a lavorare, intendiamoci: il papà c’ha un negozio di ricambi d’auto e il figlio, in una parte del negozio s’è costruito una sala giochi con videogiochi fatti di cartone, scotch e roba da riciclo e per giocare paghi il piccolo Caine. Questo é il Caine’s Arcade!
Ma gli affari non vanno molto bene (del resto, chi porta il figlio a giocare dall’elettrauto?) e allora il papà organizza un sorpresone al figlio, un vero flashmob: racconta la storia su reddit, su twitter, su facebook, mostra online i giochi del figlio, che in effetti son proprio forti, e le adesioni crescono.
Alla fine, il giorno dell’evento, il Caine’s Arcade spacca e si riempie di bimbi e genitori che vogliono tirare palline di scotch, pescare pesci i carta e colpire soldatini. Viene anche la tv, sorpresa riuscita.
Tutto genuino o è solo marketing per il negozio del padre? Io penso genuino, ma il confine è sottile. Comunque poco importa, il bambino è contento e se poi al padre van meglio gli affari è meglio anche per il figlio, no?
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