Bene così: anche il Ku Klux Klan sostiene Trump per le Presidenziali USA

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Manca ormai pochissimo all’8 novembre, giorno delle elezioni Presidenziali degli Stati Uniti: oggi intanto salta fuori una notizia che sembra presa da un romanzo di James Ellroy, una notizia che sembra fiction invece è cronaca. Il Ku Klux Klan infatti supporta ufficialmente Donald Trump e lo annuncia dalle colonne di The Crusader, ovvero Il Crociato, storica testata legata al movimento razzista statunitense.

Ma è davvero un endorsement pieno e senza dubbi quello dato dagli incappucciati white suprematist al miliardario dai curiosi capelli in corsa per la Casa Bianca? In realtà le cose sono un po’ più sfumate, ma l’appoggio della “resistenza bianca” come nota per esempio Vox è innegabile.

Innanzitutto partiamo dal titolo che vediamo su The Crusader, ovvero “Make America Great Again“, slogan per la corsa presidenziale sotto al quale immersa nel testo campeggia proprio una foto di Donald Trump.

Nell’articolo, firmato da Pastor Thomas Robb – da tempo ai vertici del KKK come leggiamo in questo pezzo di Newsweek intitolato Rebranding hate in the age of Obama – troviamo una serie di artifici e domande retoriche bislacche, come l’America possa tornare “grande”, proprio come desidera Trump. Per il KKK e per Thomas Robb ovviamente facendo leva sulle radici “bianche”, ritornando al passato, pregare Dio, eccetera, eccetera e via delirando.

 

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È una condivisione valoriale più che un endorsement pieno e a chiare lettere. Però non scherziamo: diciamo che sono più vicini che lontani il KKK e Donald Trump, almeno da quella prima pagina lì.

Ovviamente l’entourage di Trump ha preso le distanze da questi poco simpatici compagni di strada – si legge qualcosa a riguardo su Salon, per esempio – dove leggiamo poi lo stesso Pastor Thomas Robb, che avrebbe precisato che per quanto riguarda i ragazzi incappucciati del Klan “In generale, apprezziamo la sua visione nazionalista e le sue parole riguardo alla chiusura delle frontiere agli immigrati clandestini, ma il nostro non è un endorsement, perché come con chiunque ci sono cose sulle quali non siamo d’accordo. Ma in qualche modo [Trump] riesce a riflettere quello che sta accadendo in giro per il mondo. C’è una rinascita del nazionalismo, e le nazioni rivogliono le loro frontiere” o quantomeno il loro controllo.

Tradotto per gli umani: “Ma certo, noi del KKK voteremo in massa Trump. Cosa credevate?“. Se volete farvi un’idea vostra, potete leggere il pezzo integrale uscito su The Crusader qui sotto.

 

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Gabriele Ferraresi

Lavoratore intellettuale salariato

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Gabriele Ferraresi

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