Laura Boldrini ha fatto nomi e cognomi di chi la minaccia e la insulta su Facebook

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La Presidente della Camera Laura Boldrini è uno dei personaggi più presi di mira dall’odiatore seriale su Facebook. Il perché e il per come l’abbiamo già analizzato in precedenza, arrivando alla conclusione che le sue posizioni in materia di immigrazione e di diritti civili, abbiano fatto da carta moschicida sulla quale sono rimasti appiccicati gli insulti di chi si trincera dietro l’opposizione nei confronti dei “benpensanti radical chic” per giustificare attacchi di ogni tipo.

Insulti e attacchi che nella maggior parte dei casi finiscono per tirare in mezzo il fatto che Boldrini è una donna, portando alla conclusione che questo, più che le sue posizioni nei vari campi, venga considerato inaccettabile da chi la attacca. Nella Giornata contro la violenza sulle donne, dalla sua pagina Facebook ha avvalorato questa tesi, condividendo un’immagine impietosa e devastante.

Non si tratta però della foto di una ragazza abusata, da usare per muovere a compassione le masse tramite la pornografia del dolore, bensì di una selezione di offese ricevute da lei nell’ultimo mese, con tanto di nome, cognome e foto delle persone che le hanno scritte.

 

Il gesto di Laura Boldrini è inedito e importante, perché obbliga gli autori a un’assunzione di responsabilità nuova e mai provata prima. Una cosa è scrivere una nefandezza a caso su una pagina Facebook, con una noncuranza che spinge a dimenticarsene trenta secondi dopo, altro è trovarsi con nome e cognome sul sito della Presidente della Camera, accanto alle minacce di stupro o di morte che hai scritto di tuo pugno, pensando di non essere visto.

Giusto per capire cosa passa nella mente di persone comuni, che decidono razionalmente di scrivere tali porcherie su una persona che neanche conoscono, abbiamo visitato i profili delle persone che si sono trovate nel post della Boldrini. Ne è venuto fuori un affresco impietoso, fatto di persone in alcuni casi molto vicine all’analfabetismo (non solo funzionale), altri che pubblicano le classiche immagini del “Buongiornissimo”, salvo poi chiamare una signora “puttana andicappata”, altri ancora che condividono il post di Laura Boldrini aggiungendo nuove minacce. Accanto agli ultrà, ai fascisti dichiarati e a persone che sembrano avere oggettivi limiti cognitivi, fanno davvero rabbrividire padri di famiglia che pubblicano orgogliosi le foto dei loro figli e poi di nascosto, ma neanche troppo, scrivono frasi degne di serial killer.

 

 

L’abbiamo già detto: l’odio su Facebook non è purtroppo una novità, ciò che è nuovo e deve affermarsi, però, è che si tratta di un posto accomunabile a qualsiasi luogo fisico. Le minacce lanciate su Facebook non sono meno potenti perché lanciati con una tastiera e nascosti da uno schermo. Nella vita reale, le persone sono chiamate ad assumersi le proprie responsabilità e la stessa cosa deve accadere online. Nell’impossibilità di denunciare e rivalersi legalmente su quanti la insultano, Laura Boldrini ha fatto l’unica cosa in suo potere: trasformare il sedicente “popolo del web”, il fenomeno “dell’odio online” in qualcosa di identificabile, con una faccia, un nome e un cognome.

La responsabilità non è solo di queste persone, ma anche dei tanti siti e pagine Facebook che incitano quotidianamente all’odio, magari facendo circolare bufale e notizie false. La scelta di Laura Boldrini è un passo importante, ma deve essere solo l’inizio della condanna sistematica di questo tipo di violenza.

Ah, per inciso: andare sui profili privati a insultare le persone segnalate da Boldrini è la cosa peggiore che si possa fare.

 

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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