Looking Good, il libro stilosissimo che spiega tutto sugli abiti delle suore

Looking Good: A Visual Guide to the Nun’s Habit

 

Da poco è stato pubblicato Looking Good: A Visual Guide to the Nun’s Habit. Distribuito dalla GraphicDesign& e curato dalla laureata in teologia Veronica Bennett e dall’illustratore Ryan Todd, è un libro che analizza, sia a livello stilistico che religioso, le varie differenze tra i tanti tipi di abiti religiosi indossati dalle suore.

 

La suora francescana si cinge in vita con un corda in segno di povertà
Suore serve dello Spirito Santo dell'adorazione perpetua
Suore di San Felice da Cantalice
Suore del Carmelo apostolico
Concezioniste francescane
Figlie della carità di San Vincenzo de' Paoli
L'abito da suora tradizionale
Religiose di Maria Immacolata (missionarie clarettiane)

 

Il libro riporta più quaranta esempi di abiti religiosi di congregazioni differenti. A partire dall’abito tradizionale nero, fino a quello marrone delle suore di San Felice da Cantalice o quello color pesca delle suore del Carmelo apostolico, ogni uniforme viene raccontata e spiegata nei suoi tratti più significativi e rappresentata dai tratti minimali ed eleganti di Ryan Todd.

 

Looking Good: A Visual Guide to the Nun’s Habit

 

Molti di noi identificano le suore dal loro abito apparentemente semplice e pochi, invece, capiscono come la loro uniforme corrisponda a un preciso codice visivo.” – spiega la casa editrice – “La storia di ogni abito religioso è una storia di relazioni inquiete, di lotte tra i potenti ed i poveri. Sono storie della politica, dell’assistenza sociale e del ruolo delle donne nella società. Rappresentano l’interazione tra la cultura, la moda e la fede.

 

L’abito da suora tradizionale

 

Nel testo di accompagnamento alle illustrazioni troviamo sia la storia dell’abito, che i miracoli, le visioni e gli avvenimenti storici che hanno coinvolto quella specifica comunità di suore.

In Looking Good, grafica e illustrazione sono usati con precisione” – conclude la GraphicDesign& – “L’intento è quello di decifrare una delle forme più suggestive e durature di identità visiva e presentarla con uno stile più fresco e innovativo, proprio in un momento dove l’attenzione verso questo tipo di argomenti sembra in declino”.

[via Creativereview.co.uk]

Sandro Giorello

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