La primavera ci odia: i 5 peggiori fastidi da maltempo a maggio

Questa primavera somiglia un po’ troppo all’inverno

 

Bella questa primavera, non trovate? Beh dai, se escludete il parka, l’influenza, gli abiti in pile, il riscaldamento condominiale che ormai è spento da un mese mentre in appartamento si gela, la prova costume rimandata a settembre, la stagione delle grandi piogge tipo Vietnam e tutta una serie di disagi che nemmeno Leonardo DiCaprio mentre girava Revenant, allora non è male.

Se invece siete esseri umani old school, abituati ad accogliere la primavera come sinonimo di risveglio dei sensi, di passeggiate in bicicletta, di timide ma sensate avventure sulla spiaggia, di limoni in maniche di felpa, allora magari potreste riscontrare dei problemi, perché è da aprile che non viene un weekend a modo, neanche se lo preghi.

Si potrebbe parlarne fino a domani, ma poi potremmo trasformarci nei vecchini al bar e nessuno vuole diventarlo anzitempo, quindi concentriamoci su 5 macroinsiemi di fastidi dovuti al tempaccio fuori stagione, sperando che serva per esorcizzarlo e restituirci le mezze stagioni.

 

1) Il look a cipolla

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Se odio una cosa, è proprio questa. La barbara necessità di vestirsi a strati, partendo dal costume o dal bikini e aggiungendo volta per volta i pantaloni corti, quelli lunghi, la maglietta, il maglione leggero, quello pesante, la giacca a vento, l’impermeabile, il parka, l’eventuale piumino. Ma si può passare una primavera così?

Dove sono finite le antiche mezze maniche e il timido sole? Oggi, per uscire, tocca portare con sé una valigia tipo viaggio a New York per due e sperare di non aver dimenticato nulla. Assolutamente obbligatoria la scarpina o il collo in cotone, ché è un attimo prendere il colpo di fresco e morire di cervicale oppure ammalarsi.

Tanto lo sapete da soli, i giorni in cui dovrete stare a letto vinti dalla febbre e dalle cascate di muco, fuori farà 25 ° e tutti gireranno in tondo vestiti di lino, glorificando l’arrivo della primavera con riti pagani, facendovi morire d’invidia. Una volta che vi sarete alzati dal letto di germi, il clima sarà tornato quello di fine ottobre.

 

2) L’acquazzone improvviso durante la prima gita al mare

Partenza intelligente verso le 7 meno 10 di sabato mattina, la macchina totalmente piena di zaini per la vestizione a cipolla di cui sopra e via, verso luogo di mare più vicino, per far impazzire i vostri contatti di Instagram con la foto del vostro primo bagno stagionale. Ah, se solo fosse così semplice: illusi!

In realtà un gusto amaro si fa avanti nella vostra bocca già dal giorno prima, ma dopo aver controllato il sito dell’aeronautica, tutte le 30 app meteorologiche che avete installato sullo smartphone e anche la vecchia zia Clara, il cui ginocchio segnala da generazioni l’arrivo della pioggia, vi convincete che oggi sarà il giorno della vittoria.

Non c’è nemmeno bisogno di dirlo, sapete già come andrà a finire vero?

 

 

3) Le zanzare in casa e il riscaldamento acceso

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L’unica cosa quando va così è stare in casa e riscaldarsi al fuoco del camino/screensaver del Mac. Fuori c’è la bufera, di uscire non se ne parla, allora tanto vale buttarsi a capofitto su quelle maratone di serie tv mai finite. Tutto abbastanza ok, finché non arriva la maledetta zanzara, che si è materializzata dalle stesse mura dell’appartamento, perché le vostre finestre sono chiuse e siliconate.

Come avrà fatto a entrare? Che sia lì dall’estate scorsa? Che sia una proiezione della vostra mente ormai malata a causa della troppa mancanza di luce solare? Mentre ci pensate, la zanzara vi ha punto almeno tre volte e si è nascosta, attendendo un’altra giornata di bufera, per darvi di nuovo fastidio senza alcun motivo.

 

4) L’allergia a finestre chiuse

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Come avrà fatto ad arrivare il polline in casa vostra? Eh, la tipica domanda che se la fanno al Rischiatutto, tornate a casa a mani vuote. Sì perché praticamente le vostre finestre sono rimaste ermeticamente chiuse da settembre scorso, eppure oggi non fate altro che starnutire e avete la faccia come gonfia e rossa un Super Santos.

Allergia portami via, ma soprattutto: che fretta c’era, maledetta primavera?

 

5) L’escursione termica tipo Verkhoyansk, Siberia

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Non è che ho messo un nome a caso. A Verkhoyansk, in Siberia, si è verificato il caso più eclatante di escursione termica tra temperature estreme: si è passati dai 33.9°C, segno di un’estate che vorrei potesse non finire mai, ai -70°C che è praticamente la temperatura corporea degli zombie. Tutto questo per dire che questa primavera ci ha regalato anche la simpatica escursione lunare, quella in cui si esce in maglietta sotto il sole a fare stragi di cuori e si torna dopo mezz’ora assiderati dal gomito in giù.

Per evitare l’amputazione degli arti o la polmonite fulminante, negli seguire il punto 1) e tentare di evitare i tre punti nel mezzo. Allora potremmo davvero godere di una primavera come si deve. Che intanto, come dice il maestro Battiato, tarda ad arrivare.

 

Simone Stefanini

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