Per molte persone, soprattutto quando si parla di cazzatine o, i negozi Tiger rappresentano un vero e proprio punto di riferimento. Un tempio in cui sai che puoi trovare tutto quello che ti serve ad un prezzo iper-accessibile e caratterizzato da un design “emozionale oltre che funzionale“.
Le parole sono di Lennart Lajboschitz, fondatore dell’azienda, che in 21 anni ha trasformato un negozio di quartiere di Copenhagen in una catena che oggi conta oltre 500 filiali sparse in 27 paesi del mondo. “Più che un businessman, mi definisco un antropologo” dice di sé Lajboschitz, di cui vi avevamo raccontato la storia qualche tempo fa.
A partire da questo mese però Tiger non esiste più, o per meglio dire ha cambiato denominazione. Come i più attenti avranno potuto notare, sui canali social italiani dell’azienda fa già bella mostra il nuovo brand: Flying Tiger Copenhagen.
Un cambiamento d’identità visiva che in sostanza però non stravolge nulla. All’interno dei negozi si continueranno i trovare i prodotti di sempre, arricchiti periodicamente da nuove creazioni.
Perché allora questa scelta? Tina Schwarz, global brand director dell’azienda, la spiega così: “Quando si passeggia nei nostri negozi è come partecipare a una caccia al tesoro. Il nuovo nome, Flying Tiger Copenhagen, illustra il nostro desiderio di sorprendere i clienti. Con le lettere tagliate a mano, il design giocoso e gli occhi suadenti del nuovo logo crediamo di esprimere al meglio la nostra identità“.
A partire dalla sua fondazione, nel 1995, l’azienda utilizza in giro per il mondo quattro diverse insegne: Tiger, TGR, Flying Tiger e Flying Tiger Copenhagen. A quest’ultima, sperimentata finora solo in Nord America e Giappone, spetta adesso il compito di uniformare l’esperienza di tutti gli affezionati del marchio, senza farne rimpiangere il passato.
[via ninjamarketing]
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